16/06/2005, 00.00
LIBANO
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Gli armeni protestano contro la visita di Erdogan a Beirut

di Youssef Hourany

Critiche alla calorosa accoglienza di Hariri al premier turco, mentre la campagna elettorale sale di tono. No di hezbollah al progetto di costringere il presidente Lahoud alle dimissioni anticipate.

Beirut (AsiaNews) - A 4 giorni dall'ultima e decisiva tornata elettorale, la visita del primo ministro turco in Libano ha suscitato la protesta della comunità armena, interpretata come un giudizio negativo nei confronti di Saad Hariri.  Che oggi ha visto il vice-segretario generale di Hezbollah, cheikh Nahim Kassem schierarsi contro il suo progetto di far dimettere il presidente della Repubblica Lahoud prima della scadenza del suo mandato.

La protesta della comunità armena a Bourj Hammouyd, dove essa è fortemente presente, contro la visita del primo ministro turco Erdogan segue la clamorosa critica alla politica attuale che regna nel Libano. I residenti del popoloso quartiere di Bourj Hammoud, uno dei più importanti della città per la presenza di banche,  centri commerciali con gioiellerie molto famose nell'intera regione Mediorientale,  hanno chiuso le strade al traffico e i negozi sono rimasti chiusi. Gli armeni , che considerano il popolo turco responsabile del genocidio dell'inizio del secolo scorso, hanno chiesto alla comunità internazionale una condanna contro il genocidio del loro popolo, anche per impedire il ripetersi di fatti simili. Gli armeni che vivono in Libano hanno protestato oggi contro l'atteggiamento del neo deputato di Beirut, Saad Hariri, che ha riservato un'accoglienza molto calorosa al premier turco, che si e recato subito dopo il suo arrivo a rendere omaggio alla tomba dell'ex premier assassinato Hariri, nel pieno centro di Beirut.

Hariri si sta preparando alla battaglia elettorale  nel Nord Libano, dove si affrontano due gruppi di vasto peso popolare: uno forte dell'alleanza tra il ministro Souleiman Frangieh e il generale Michel Aoun, l'altro composto da Hariri, Kornet Chehwane, Le forze libanesi. Il confronto nel Nord-Libano completerà il parlamento libanese, composto attualmente da 128 deputati, divisi tra cristiani e musulmani, secondo gli accordi di Taefgf del 1989, Il voto di domenica prossima indicherà la nuova fisionomia politica del Libano. Le previsioni per il voto di domenica prossima, voto cruciale per il futuro del Paese, parlano di una divisione dei seggi, 14 a 14. In tal caso il presidente Lahhoud, continuerà il suo mandato fino al 2007. Ma le prossime settimane vedranno comunque l'elezione di un nuovo presidente  della Camera dei deputati e l'incarico di un nuovo primo ministro.

Saad Hariri,e da ieri, mercoledì, si trova a Tripoli, dove era arrivato per dare ossigeno ai suoi alleati, Questo ossigeno, secondo il candidato del movimento creato dal generale Aoun, Gebran Bassil è il petrodollaro. Bassil ha ribadito la fiducia dell'alleanza Frangieh-Aoun nel popolo, che non è un oggetto in vendita, e negli elettori del Nord, che hanno fatto di tutto per salvaguardare la fisionomia vera del Libano. La regione del Nord, ha detto, è la terra dei Santi, terra benedetta da Dio con la presenza dei santuari di Santa Rebecca, di San Neemtallah e di San Charbel.

Sempre oggi, c'è stata una presa di posizione molto importante, espressa dal vice-segretario generale di Hezbollah, cheikh Nahim Kassem, che ha ribadito la necessita di mantenere e proteggere la presidenza della Repubblica. I loro attuale 14 deputati, recentemente eletti nel Parlamento libanese, sono contrari al progetto di Joumblatt, Hariri e Kornet Chehwane, che chiedono la fine del mandato presidenziale prima dello scadere naturale del mandato, nel 2007.

La direttrice generale degli affari economici, sociali e culturali nella presidenza della Repubblica libanese, Faten Nader in un colloquio con AsiaNews, ha espresso il desiderio del Presidente Lahoud di vedere un Libano rifiorito ed ha sottolineato l'attaccamento del Presidente alle istituzioni,unica via capace di aiutare il Paese a salvaguardare la sua missione, come ha detto il papa Giovanni Paolo II: "Il Libano più di un paese è un messaggio", La Nader ha invitato i cittadini libanesi a seguire il linguaggio della ragione ed a superare il sentimentalismo.

Resta da sottolineare un fatto molto significativo: oggi  giovedì, è rientrato in patria l'ex vice-primo ministro Issam Fares. Egli  ha espresso il suo desiderio di ritirarsi dalla vita politica, dopo l'assassinio di Hariri.  Fares,in una conversazione telefonica con la nostra agenzia, ha affermato che il popolo del Nord dirà la sua nelle urne. "Questo popolo non sarà mai oggetto di commercio, come  vogliono alcuni".  Fares ha confermato la sua posizione contraria alla destituzione del presidente Lahoud ed ha ribadito il suo pieno appoggio alla lista dell'alleanza (Frangieh-Aoun), (YH)

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