15/11/2007, 00.00
TURKMENISTAN
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Il gas turkmeno si apre al mercato internazionale

Finisce l’era dell’isolamento. Il Paese, fra i più ricchi di riserve di gas, cerca investimenti dall’occidente per aumentare la produzione e la vendita. Il piano del gasdotto del Mar Caspio e la concorrenza con la Russia.

Ashgabat (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 500 fra investitori e ministri dell’energia da tutto il mondo sono radunati nella capitale turkmena per una settimana di convegni che segna la fine dell’isolamento autoimposto del Paese sul suo mercato di petrolio e gas.

Nei passati 21 anni, sotto la dittatura di Saparmurat Niyazov, il Paese era completamente chiuso ai rapporti con l’estero e vendeva la maggior parte dei suoi prodotti alla Russia, a prezzi molto al di sotto di quelli del mercato.

Il nuovo presidente Kurbanguly Berdymukhamedov, eletto lo scorso febbraio a 2 mesi dalla morte di Niyazov, ha invece intenzione di aprire le vendite di gas e petrolio  in tutte le direzioni, soprattutto all’Europa. Un progetto molto caro all’occidente è quello di affrettare la costruzione di un gasdotto che attraversi il Mar Caspio e raggiunga l’Europa senza passare attraverso la Russia. Il progetto è sostenuto anche dagli Stati Uniti.

Il Turkmenistan, a maggioranza musulmano è considerato fra le prime 10 nazioni produttrici di gas, con vaste riserve naturali sotto il deserto Karakum. Attualmente il Paese estrae 70-80 miliardi di metri cubi di gas, ma progetta di triplicarne la produzione. Per fare questo, esso ha però bisogno di investimenti internazionali.

Nel settembre scorso Berdymukhamedov ha partecipato – primo presidente turkmeno – all’Assemblea generale dell’Onu. Egli ha usato la visita anche per incontrare personalità politiche europee e americane, oltre che grandi imprenditori petroliferi (Chevron, Mobil, Exxon, Shell, BP, e altri), intenzionati ad aprire lavori di esplorazione del sottosuolo turkmeno. Al tempo, Berdymukhamedov ha assicurato che il suo Paese voleva voltare pagina e aprirsi alla cooperazione internazionale, attuando riforme economiche e politiche.

Le promesse di maggiori aperture politiche vanno a rilento; lo stesso si può dire della libertà religiosa. Nel Paese si registrano spesso arresti di testimoni di Geova, mentre vari gruppi evangelici sono bollati come illegali.

Anche dal punto di vista economico, non tutto è chiaro. Mentre il presidente apre al mercato internazionale, il governo non ha ancora pubblicato i risultati di una ricerca sulle effettive riserve di combustibili possedute dal Paese.

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