09/12/2025, 01.02
GEORGIA
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Il ritorno delle scuole di Tbilisi ai tempi sovietici

di Vladimir Rozanskij

Dai manuali comuni preparati direttamente dal ministero alle uniformi, l'istruzione in Georgia sta tornando alle abitudini dell'ex Unione sovietica. Persino l'età di iscrizione al primo anno è stata reinnalzata a 6 anni riducento a 11 le classi dell'intero ciclo scolastico. La promessa: “In tutte le scuole ci sarà un unico approccio, un unico standard, un unico livello qualitativo”

Tbilisi (AsiaNews) - Il ministero della Pubblica istruzione della Georgia ha presentato una “nuova concezione della formazione scolastica”, che reintroduce vecchie dimensioni che ricordano i tempi sovietici, dai manuali obbligatori alle uniformi, l’età d’iscrizione e l’impostazione ideologica a cui attenersi. Questo sta suscitando molta contrarietà nella società georgiana, che commenta sui social network con gli slogan di un tempo: “Urrà, Georgia sovietica!” ed “Evviva i Pionieri!”.

Il ministro dell’istruzione Givi Mikanadze ha presentato la riforma, affermando che lo scopo fondamentale è quello di “affrontare le grandi sfide di sistema”. La decisione più incisiva riguarda i manuali scolastici, che saranno comuni per tutte le scuole e preparati direttamente dal ministero nel corso di 2-3 anni, grazie al lavoro di un gruppo di esperti selezionati, affermando che “in tutte le scuole ci sarà un unico approccio, un unico standard, un unico livello qualitativo”.

Queste affermazioni hanno ricordato a molti i tempi passati, quello del “grigiore uniforme” dell’Urss per il controllo delle conoscenze e del pensiero. Un’altra regola introdotta dal ministero è il divieto all’uso dei cellulari e tablet, per cui i mezzi di comunicazione mobile verranno consegnati e custoditi in luoghi appositi durante le lezioni. Secondo il ministero “verrà osservato un codice di comportamento che non intralci il processo scolastico, in modo che il bambino abbia quando necessario la possibilità di comunicare con i genitori e con le altre persone importanti". Dal nuovo anno scolastico di settembre 2025 è quindi obbligatoria l’uniforme scolastica per le classi elementari, e “il ministero assicura il suo aiuto alle famiglie più fragili in questa questione”.

Mikanadze ha illustrato le caratteristiche della divisa scolastica, particolarmente importante per gli adolescenti “quando cominciano a scegliere come vestirsi”, in cui verranno esaltati “i simboli nazionali e quelli della città o della provincia di residenza”, anche se su questo argomento “c’è spazio per una valutazione comune, è un’idea ancora da realizzare”. Quando verranno stabiliti i criteri specifici verrà istituito un concorso in proposito, e tutti potranno presentare le proprie soluzioni, fino alla scelta finale attraverso una valutazione e addirittura una votazione in merito.

Dal 2026 verrà riportata anche l’età di 6 anni compiuti per l’inizio della scuola elementare, invece dei 5 attuali, anche qui ritornando agli usi sovietici. Secondo il ministro i bambini più piccoli “non sono ancora in grado di inserirsi nel processo dell’istruzione”. Si introduce anche una nuova procedura di registrazione secondo il principio territoriale, iscrivendo i bambini secondo il luogo di residenza, affinché “la scuola sia accanto alla casa”, un principio che verrà introdotto a cominciare dalle città principali e quindi anche nelle provincie, con una doppia registrazione, territoriale e generale. Invece di 12 classi di scuola dell’obbligo ce ne saranno 11, mentre la dodicesima rimarrà facoltativa, un’altra iniziativa che ha suscitato numerose proteste anche da parte degli esperti del settore, in quanto la prosecuzione degli studi superiori nelle università straniere con solo 11 anni di studi comporterà diverse difficoltà burocratiche, e in alcuni istituti non verrà accettata.

Il primo ministro Iraklij Kobakhidze ha precisato che “chi vuole studiare all’estero farà la dodicesima classe, con particolari procedure”, con selezione a marzo di ogni anno. L’11ma classe sarà comunque “preparatoria”, con lo studio delle materie necessarie agli esami nazionali, per non essere costretti a pagare ulteriori studi di doposcuola. La riforma assume comunque anche un carattere ideologico, come ha precisato Mikanadze, con un progetto che coinvolge anche il patriarcato della Chiesa ortodossa georgiana per “l’educazione ai valori nazionali”, come già sperimentato in diverse scuole con l’aiuto del clero, un fattore che secondo il ministro “ha ottenuto grande popolarità e abbiamo intenzione di ampliarlo il più possibile”.

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