12/05/2012, 00.00
INDONESIA
Invia ad un amico

Indonesia, gruppo paramilitare islamico difende cristiani, indù e buddisti

di Mathias Hariyadi
Si chiama Banser ed è una costola del Nahdlatul Ulama (Nu), movimento che dal 1926 si propone di proteggere tutte le minoranze del Paese. Di recente, hanno sventato un’aggressione di fondamentalisti islamici contro una scrittrice canadese. Secondo i membri del Nu “musulmani e cristiani credono nello stesso Dio”; la diffusione dell’islam radicale dipende “dal governo, che li appoggia per timore di perdere voti”.

Yogyakarta (AsiaNews) - Minacciata di morte da gruppi fondamentalisti islamici per aver scritto un libro che parla di islam e libertà: è accaduto a Irshad Manji, giornalista e scrittrice canadese, in Indonesia per promuovere il suo Allah, Liberty and Love. Da settimane, esponenti di movimenti radicali impediscono all'autrice di presentare il volume, spesso aggredendo chi partecipa agli incontri. Soltanto durante un discorso tenuto nella sede della Free Journalist Alliance a South Jakarta non vi sono state aggressioni, grazie all'intervento di membri del Banser, gruppo paramilitare del Nahdlatul Ulama (Nu), movimento musulmano sciita che difende le minoranze etniche e religiose del Paese.

Fondato nel 1926 da Kiai Hajj Hasyim Ashari - nonno del defunto presidente indonesiano Abdurrahman Wahid, detto Gus Dur -, negli anni è divenuto una bandiera dell'islam moderato. Dal Nu sono poi nati l'unità paramilitare Banser e l'ala giovanile Gerakan Pemuda Ansor.

Kiai Hajj Nuril Arifin Husein, leader musulmano di Semarang (provincia di Central Java), spiega ad AsiaNews: "Il vero islam sostiene lo spirito di tolleranza e amore tra gli esseri umani. Con i cristiani, crediamo nello stesso Dio. Le differenze sono nel modo di praticare la nostra fede: non c'è motivo di preoccuparci di chi esercita la fede in modo diverso da noi. I leader musulmani dovrebbero mettere in pratica questo spirito di tolleranza, invece di parlarne soltanto in seminari e conferenze".

Secondo Aan Anshori, un membro nel Nu, il problema in Indonesia è che "il governo teme di perdere l'appoggio dei gruppi fondamentalisti musulmani", e per questo non prende le misure necessarie per fermarli. "Se osserviamo le aggressioni a Irshad Manji - spiega - erano sempre di radicali islamici: nel libro parla di libertà [al hurriyah], giustizia [al 'adalah] e uguaglianza sociale [al musawwa]. Idee che questi gruppi non comprendono". 

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
È morto l’ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid, amico dei cristiani
30/12/2009
Jakarta sull’orlo della guerra civile: musulmani moderati contro radicali
02/06/2008
Indonesia, cresce L’odio verso i non musulmani. La spinta dei movimenti radicali
24/04/2017 13:05
Jakarta, Nahdlatul Ulama: 95 anni di tolleranza e pluralismo
01/02/2021 11:16
‘Persecuzione online’ contro i critici dell’islamista Rizieq
02/06/2017 08:50


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”