28/06/2004, 00.00
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La Chiesa ortodossa russa chiede il riconoscimento di Pechino

Hong Kong (AsiaNews/Ucan) – La Chiesa ortodossa russa ha chiesto di essere riconosciuta fra le religioni ufficiali della Cina. I rappresentanti del Patriarcato di Mosca sperano di ricevere una risposta dal governo entro il 2008.

Dionisy Pozdnyaev, del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato ha rivelato che i dialoghi fra Mosca e Pechino stanno andando avanti "da diversi anni". "Sarebbe bello se il governo cinese volesse riconoscere la Chiesa Ortodossa autonoma cinese. Sarebbe importante per far rinascere la gerarchia ortodossa, distrutta completamente nel 1966", durante la Rivoluzione Culturale. "Speriamo – ha detto p. Dionisy – di concludere l'accordo prima dei Giochi Olimpici del 2008".

La Chiesa ortodossa russa è giunta in Cina da circa 300 anni. Ma di essa si sa molto poco. Le prime comunità erano costituite da russi emigrati e risiedevano soprattutto nel nord del paese. Attualmente vi sono solo 13 mila fedeli in Cina, in maggioranza di discendenza russa. Essi sono situati in 4 punti del paese: nell'Heilongjiang, ad  Harbin, dove vi è anche una parrocchia dedicata al Manto protettivo della Madre di Dio; nella Mongolia Interna (a Labdarin); nel Xinjiang (a Kulj e Urumqi).

Agli inizi del '900 esistevano anche comunità a Pechino e a Shanghai, ma esse sono state disperse e i loro edifici distrutti o utilizzati per altri scopi. Una chiesa ortodossa a Shanghai è divenuta per un certo tempo la sede della Borsa; la chiesa di Pechino è stata inglobata nello spazio dell'ambasciata russa.

La Cina riconosce a livello nazionale solo 5 religioni ufficiali: cattolica, protestante, musulmana, taoista, buddista. Pechino riconosce la Chiesa Ortodossa autonoma cinese solo nel Xinjiang e nella Mongolia Interna.

Il destino della chiesa ortodossa è simile a quello delle chiese sorelle, cattoliche e protestanti. Nel '900 anche gli ortodossi sono stati investiti dalla rivoluzione dei Boxers e anche loro hanno avuto molti martiri. Il patriarcato di Mosca ne ha canonizzati 222 nell'agosto 2000 (2 mesi prima della canonizzazione cattolica del 1 ottobre). La canonizzazione ortodossa è passata nel totale silenzio di Pechino. Quella cattolica ha invece ricevuto pesanti critiche dal governo cinese che accusava alcuni dei martiri cattolici di essere "collaboratori delle forze imperialiste".

Nel '57, quando Mao Zedong lancia il programma di nazionalizzazione delle chiese, con la nascita delle Associazioni Patriottiche, il patriarcato di Mosca ha concesso la totale autonomia alla missione ortodossa in Cina, venendo incontro al progetto cinese.

La Rivoluzione Culturale ha però azzerato la presenza di vescovi e preti. Ancora oggi la situazione della comunità ortodossa è definita "molto brutta": i fedeli non sono seguiti da nessun sacerdote, e la domenica si radunano solo saltuariamente per pregare. Vi sono però 13 studenti cinesi ortodossi che studiano all'Accademia Teologica  Sretenskaya di Mosca e all'Accademia di S. Petroburgo.

L'ultimo prete ortodosso, Alexander Du Lifu, 80 anni, è morto lo scorso 16 dicembre a Pechino. Secondo informazioni del Patriarcato di Mosca, p. Du "dava direzione spirituale privatamente", non avendo alcuna chiesa. Talvolta gli era concesso di celebrare la Liturgia nell'ambasciata russa a Pechino. Per i suoi funerali, il patriarcato di Mosca ha ottenuto il permesso di utilizzare la cattedrale cattolica dell'Immacolata Concezione (la Nantang).

 

 

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