01/05/2007, 00.00
CINA
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Malattia dei polmoni fa più vittime degli incidenti in miniera

Più di 600mila casi di pneumoconiosi accertati fino al 2005, con 140mila morti e molti di più rimasti invalidi. La causa sono le pessime condizioni di lavoro, anche nelle miniere autorizzate. Ogni milione di tonnellate di carbone costa 2 vite.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 10mila nuovi malati di pneumoconiosi sono scoperti ogni anno in Cina, specie tra i minatori. Ogni anno la malattia uccide con lentezza più minatori che gli incidenti in galleria.
 
Dati ufficiali parlano di un malato di pneumoconiosi ogni 3mila minatori, addirittura 1 su 1.000 nello Shaanxi. La malattia consegue alla prolungata esposizione a polveri nocive che si depositano nei polmoni e porta alla morte o a una grave invalidità. Fino al 2005 ci sono stati 607.540 casi accertati, con 140mila morti e molti di più rimasti invalidi. Non ci sono cure conosciute e anche se un “lavaggio dei polmoni” può contenere la malattia, in Cina solo 3mila pazienti hanno ricevuto questa cura. Il trattamento costa 8-10mila yuan (oltre 1.000 dollari), pari a quasi un anno di stipendio.
 
Il dato comprende solo chi è stato curato in ospedale, per cui si ritiene molto maggiore il numero effettivo. Anche perché solo in circa metà delle miniere autorizzate sono compiute regolari visite mediche, mentre nessun dato si ha dalle molte miniere illegali. Dalle ispezioni è emerso che anche nelle miniere autorizzate le concentrazioni di polvere eccedono i limiti di sicurezza.
 
He Guojia, dirigente dell’Amministrazione statale per la sicurezza sul lavoro, dice che si tratta della più frequente malattia professionale nel Paese e che se ne teme un aumento nei prossimi anni.
Parlando ieri a una conferenza sulle malattie professionali, ha detto che molti operai scoprono la malattia solo dopo che sono tornati a casa e hanno difficoltà a ricevere un indennizzo o il pagamento delle spese mediche dal datore di lavoro.
 
Questa malattia – spiega He – colpisce intere comunità e “causa proteste di massa” che “minacciano la stabilità sociale”. I più colpiti sono i lavoratori migranti che vengono dalle campagne, tra i quali la percentuale di malati è addirittura del 4,74%. Alcuni si sono ammalati dopo “appena” un anno e mezzo di lavoro in miniera. Ogni milione tonnellate di carbone prodotto costa 2 vite.
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