11/11/2010, 00.00
CINA
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La strage dei minatori cinesi: le malattie polmonari uccidono 3 volte di più degli incidenti

Secondo dati ufficiali, vi sono oltre 14mila nuovi casi di “morbo nero del polmone” (pneumoconiosi) ogni anno, ma Xinhua dice che sono molti di più. Spesso assente la prevenzione. La cura è lunga e costosa e molte imprese minerarie rifiutano di pagarla.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le malattie ai polmoni uccidono 3 volte più minatori cinesi che i disastri nelle miniere. Una conferenza nazionale per la sicurezza sulla lavoro, a Pechino il 9 novembre, ha lanciato l’allarme su queste malattie professionali, lente a manifestarsi, ma micidiali verso chi passa una vita in fondo a una miniera.

Nel 2009 i dati ufficiali parlano di 2.700 minatori cinesi vittime di incidenti e disastri. Si calcola che i morti per pneumoconiosi, o "morbo nero del polmone", siano stati oltre 8mila. Secondo l'agenzia Xinhua, corrispondono a oltre il 40% delle malattie nel Paese per ragioni di lavoro.

Esperti ritengono che il dato reale sia persino maggiore, dato che la cifra comprende solo le diagnosi ufficiali.

Zhang Ming, vicepresidente della All-China Federation of Trade Unions, il sindacato unico statale, ha detto che nel 2009 ci sono stati 14.495 nuovi casi accertati di pneumoconiosi, ma la stessa Xinhua osserva che molti di più si ritengono essere i malati non diagnosticati, anche perché il decorso del male è lento e progressivo.

A ottobre a Urumqi sono stati inviati in ospedale per un “lavaggio” dei polmoni oltre 60 minatori. Dal lavaggio dei polmoni di uno di loro, Long Huaiwen, 51 anni, sono state tratte 48 bottiglie di acqua nera (nella foto), anche se non va in miniera dal 2004, dopo averci lavorato per 16 anni nella contea di Baicheng (Xinjiang).

Long è considerato un caso fortunato, perché la pneumoconiosi è un male considerato incurabile, dopo che ha affetto e ridotto la capacità respiratoria. L’unico trattamento utile è ritenuto il lavaggio broncoalveolare per togliere le polveri dai polmoni, ma occorre ripetere più volte il trattamento e ogni intervento costa oltre 12mila yuan, più di un anno di salario. Spesso le piccole e medie imprese si rifiutano di curare i minatori quando mostrano i primi sintomi, negando che si tratti di malattia professionale. Ha fatto scalpore l’anno scorso il caso di Zhang Haichao, l’operaio edile di 28 anni che si è sottoposto a un’operazione volontaria per aprire il torace e dimostrare che era affetto da pneumoconiosi, dopo avere lavorato per anni in una fabbrica di materiali abrasivi a Xinmi (Henan), per un’impresa che non gli riconosceva la malattia professionale.

Zhang Baoming, presidente dell’Associazione di Cina per la Sicurezza dell’Occupazione e la Sanità osserva che negli ultimi anni parecchie miniere hanno migliorato l’equipaggiamento per proteggere dalle polveri, ma altre ancora non adottano cautele.

“Il nostro lavoro – ha detto – per prevenire le malattie professionali nell’industria del carbone è davvero difficile a causa del rapido aumento della richiesta di carbone nel Paese, dove la produzione aumenta ogni anno”.

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