27/01/2004, 00.00
thailandia
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Messaggio pastorale per riscoprire il valore della famiglia

di Weena Kowitwanij
In una società malata di divorzi, prostituzione, povertà, i vescovi hanno deciso di lanciare un anno dedicato alla famiglia e alla vita

Bangkok (AsiaNews) – Per la Chiesa tailandese, il 2004 sarà un anno dedicato alla famiglia.

Lo ha annunciato il Card. Michael Michai Kitbunchu, presidente della Conferenza Episcopale Tailandese, il 28 dicembre scorso, festa della Sacra Famiglia, mentre viene pubblicata e distribuita una guida pastorale sulla famiglia per far riflettere famiglie, comunità, diocesi e la nazione.

Il Cardinal Michai ha detto che la sottolineatura della famiglia viene  dall'importanza ad essa attribuita da Giovanni Paolo II e dal fatto che la Chiesa Tailandese fa parte delle chiese dell'Asia.

Dal 17 al 22 agosto prossimi, in Corea, la Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (FABC) terrà la sua Ottava Assemblea plenaria dal tema "La Famiglia: verso una Cultura della Vita".

La Conferenza Episcopale Tailandese ha già iniziato lo studio dei documenti preparatori della Plenaria  e fin dallo scorso settembre ha dedicato al tema un seminario che ha analizzato la società tailandese e il modo in cui promuovere la famiglia.

La guida pastorale distribuita in questi giorni presenta alcuni aspetti teologici e canonici sulla famiglia cristiana ( famiglia, immagine della Trinità,  nutrita dalla preghiera in comune e dalla lettura della Parola di Dio).

Per quanto riguarda le Comunità parrocchiali, si dice che esse devono fornire ai fedeli un programma di catechesi, promuovere momenti di preghiera collettivi in cui vi è anche una condivisione delle esperienze personali, promuovere il dialogo fra anziani e giovani, nonni e nipoti; i sacerdoti o responsabili di comunità devono visitare di più le famiglie per costruire con esse un rapporto più saldo.

A livello diocesano si richiede molta esperienza ai preti responsabili del lavoro pastorale, che va considerato della massima importanza, anche per la situazione amara in cui vive la famiglia tailandese a livello nazionale.

Secondo statistiche del Ministero thai degli Interni la percentuale di divorzi cresce ogni anno: 1993 (9.6 %), 1994 (11%), 1995 (11.37%), 1996 (12.98%), 1997 (15.71%), 1998 (20.8 %), 1999 (17.32%), 2000 (21.01%), 2001 (23.4%). Le statistiche mostrano inoltre che dal 1997 il numero dei matrimoni è diminuito di circa 50 mila unioni: nel 1993 ne sono state celebrate 484.569 contro le 324.661 del 2001. Queste statistiche escludono le coppie di fatto.

Alcuni anni fa la Chiesa  ha dato il via ad un programma divenuto molto popolare tra i thailandesi: il rinnovamento delle promesse matrimoniali. Questa cerimonia viene svolta il giorno di san Valentino e vi partecipano coppie sposate che celebrano il 10mo o il 25 anniversario di nozze. Anche quest'anno il giorno di San Valentino sarà celebrata una Messa. Alle cerimonie delle promesse sono invitate anche coppie di fatto. Il programma "di san Valentino" è proposto soprattutto a loro: si chiede loro di partecipare a un corso di catechismo, di ritornare alla pratica religiosa e di sposarsi in chiesa. In questo modo molte coppie ritornano alla pratica di fede.

Fra i problemi che affliggono le famiglie vanno elencati anzitutto i problemi economici. Poi vi è l'educazione dei figli. Questa è difficile soprattutto per le coppie miste, dove uno dei parenti – il padre in particolare  - è buddista. Nella cultura thailandese, i figli maschi vengono giudicati male se rompono le tradizioni paterne. Ma seguire la tradizione buddista talvolta diviene un non senso. Alla cerimonia funebre del padre, ad esempio, i figli maschi devono tagliarsi i capelli, indossare l'abito del monaco buddista, andare al tempio, fare preghiere buddiste. Tutto questo cozza contro l'appartenenza alla fede cattolica.

Nella società thai un altro grande problema è la prostituzione, favorita dal fatto che il numero di donne è superiore a quello degli uomini; dalla pratica della poligamia e dalla povertà.

La povertà e l'ignoranza, che affliggono soprattutto le zone rurali, porta gli stessi genitori a vendere le proprie figlie, ancora adolescenti, al racket della prostituzione. Il tutto per 200 dollari e anche meno.

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