12/11/2015, 00.00
INDIA – GRAN BRETAGNA
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Modi in Gran Bretagna, contratti economici miliardari e proteste di cristiani e intellettuali

Il premier indiano si fermerà in Gran Bretagna fino al 15 novembre. Oggi parla di fronte al Parlamento, domani incontra la diaspora indiana e gli imprenditori. Riflettori puntati sui contratti da 14 miliardi di euro che stipulerà. L’India è considerato il partner più affidabile dei Paesi Bric, anche più della Cina. Oltre 200 scrittori inglesi esprimono solidarietà ai colleghi indiani attaccati dai fondamentalisti indù.

Londra (AsiaNews/Agenzie) – Il premier indiano Narendra Modi è sbarcato questa mattina in Gran Bretagna, dove lo aspettano visite di Stato con David Cameron e la Regina Elisabetta e incontri con la diaspora indiana e i massimi manager d’azienda, con cui siglerà contratti per 10 miliardi di sterline (oltre 14 miliardi di euro). La visita ufficiale durerà fino al 15 novembre e ha già sollevato le proteste di attivisti cristiani e laici, che chiedono al primo ministro inglese di sollevare la questione del rispetto delle minoranze religiose e degli intellettuali dissidenti aggrediti in India dai nazionalisti indù.

Narendra Modi è il primo premier indiano in visita ufficiale in Gran Bretagna dopo oltre 10 anni. Il primo ministro inglese ha definito l’incontro in questi termini: “Una enorme opportunità per entrambi i Paesi, legati da storia, valori e persone, per lavorare insieme e superare le grandi sfide del nostro tempo”. A sua volta, Modi ha dichiarato che lo scopo della visita è “rafforzare la cooperazione con un amico di lunga data”.

L’importanza della visita è segnalata dal fatto che il tragitto del premier indiano dall’aeroporto al Parlamento verrà onorato con una parata dei Red Arrows, l’aviazione acrobatica di sua maestà. Il leader politico terrà un discorso in Parlamento e infine si recherà a Cherquers, la residenza di campagna di Cameron.

Gli incontri più significativi avverranno domani, quando Modi incontrerà i massimi dirigenti d’azienda con cui ci si attende la firma di contratti per oltre 14 miliardi di euro. Il summit è osservato in maniera speciale dagli analisti politici, dal momento che la presenza di aziende e cittadini indiani nel Regno Unito è massiccia. Nel Paese europeo infatti lavorano 13 compagnie indiane che hanno almeno 1000 dipendenti; 110mila persone in totale sono impiegate in 800 aziende indiane; 65mila persone lavorano per il Tata Group (multinazionale indiana), che possiede marchi come Jaguar e Land Rover. Nel 2014 l’India ha investito in 122 progetti che hanno creato 7.730 nuovi posti di lavoro, con un aumento del 64% dei profitti.

Secondo gli analisti, i temi economici verranno utilizzati dal premier Modi per cancellare il ricordo della recente sconfitta politica nello Stato indiano del Bihar, dove la scorsa settimana il suo partito Bharatiya Janata Party (nazionalista indù) ha subito una cocente perdita. Non solo, gli economisti osservano con attenzione la visita perché l’India è considerato il partner economico più affidabile tra i Paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina). Al contrario del mercato cinese, che sta subendo contraccolpi, l’economia indiana è stabile e quest’anno ha segnato una crescita di 7 punti percentuali.

I riflettori sono puntati anche sull’incontro di domani al Wembley Stadium di Londra dove Modi incontrerà circa 70mila persone, di cui la maggior parte di origine indiana. L’incontro viene visto come tappa fondamentale per guadagnare supporto all’estero, dal momento che nel Regno Unito vivono quasi 1,5 milioni di indiani.

Il raduno è stato criticato nei giorni scorsi dall’Indian Overseas Congress (London). Il gruppo ha lamentato la faraonica organizzazione dell’evento, che vedrà l’esibizione di 55 cantanti, 270 ballerini, 155 musicisti e un coro di 180 bambini, oltre che performance del Royal Ballet e della London Philharmonic. Gli attivisti hanno scritto: “È un insulto per l’India il fatto che gli esuli rendano onore a Modi, dal momento che essi non hanno pregiudizi settari e non sanno quello che accade nel Paese di origine. La situazioni in India è davvero penosa e il Paese si sta rivoltando contro il suo premier. L’incontro è un inaccettabile tentativo di influenzare la politica indiana dall’esterno”.

Nei giorni scorsi la visita ufficiale è stata criticata anche gli attivisti cristiani del Christian Solidarity Worldwide che hanno scritto una lettera a Cameron, chiedendogli di sollevare con Modi la questione del rispetto delle minoranze religiose, dopo le violenze di Dadri in cui un uomo musulmano è stato linciato da fondamentalisti indù perché “sospettato” di aver mangiato carne di vacca. Gli attivisti hanno registrato 600 casi di violenze contro le minoranze religiose, con 43 decessi, da quando Modi è stato eletto nel maggio 2014.

Da ultimo, una seconda lettera-appello è stata diffusa oggi, a firma di 200 scrittori inglesi che chiedono al premier inglese di “ricordare” a Modi l’importanza del rispetto delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione indiana. Gli intellettuali in particolare focalizzano l’attenzione sul diritto di espressione ed esprimono solidarietà allo scrittore indiano aggredito con il lancio di inchiostro e agli oltre 40 liberi pensatori che hanno restituito prestigiosi premi alla carriera. Nella lettera si legge: “Siamo preoccupati per il diffuso clima di intolleranza e di violenza contro voci critiche dell’ortodossia indù”. “Senza la protezione dei diritti umani fondamentali – concludono – non è possibile avere una società democratica e pacifica”.

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