08/10/2025, 11.55
INDIA - CANADA
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Ottawa inserisce la Bishnoi Gang tra le organizzazioni terroristiche. Delhi non commenta

di Maria Casadei

Il governo canadese ha inserito la potente rete criminale con base in India tra le organizzazioni terroristiche. La decisione segue una lunga scia di sparatorie ed estorsioni contro la diaspora sikh, e arriva mentre Ottawa tenta di ripristinare la cooperazione con Delhi dopo le tensioni legate all’omicidio del leader Hardeep Singh Nijjar. Le autorità canadesi accusano la gang di agire come strumento di intimidazione legata anche all'intelligence indiane, accusa respinta con forza da Delhi.

New Delhi (AsiaNews) - Dopo anni di attività criminali in territorio canadese, il 29 settembre il ministro della Sicurezza pubblica del Canada, Gary Anandasangaree, ha ufficialmente designato la Bishnoi Gang come organizzazione terroristica. La decisione conferisce alle autorità il potere di congelare i beni del gruppo, bloccarne i finanziamenti e perseguirne i membri in base alle leggi antiterrorismo.

Secondo il ministero, “la Bishnoi Gang è un’organizzazione criminale transnazionale che opera principalmente in India, ma è presente anche in Canada, in particolare nelle aree con una forte comunità della diaspora. Il gruppo si dedica a omicidi, sparatorie e incendi dolosi, generando terrore attraverso estorsioni e intimidazioni. L’inserimento della Bishnoi Gang nell’elenco delle organizzazioni terroristiche permetterà alle agenzie di sicurezza e alle forze dell’ordine di contrastarne le attività e rendere le comunità più sicure”.

A capo della gang c’è Lawrence Bishnoi, detenuto in India dal 2015 e accusato di guidare una rete criminale composta da oltre 700 membri impegnati nel traffico di droga, nel contrabbando di armi, nelle estorsioni e negli omicidi mirati. Tra i casi più noti attribuiti alla sua organizzazione figurano gli assassinii del rapper punjabi Sidhu Moose Wala nel 2022 e del politico Baba Siddique nel 2024.

Negli ultimi mesi, la gang ha rivendicato una serie di sparatorie in Canada. In uno degli episodi più recenti, un affiliato del gruppo, Goldie Dhillon, ha dichiarato di aver ordinato di sparare contro tre ristoranti della catena indiana Ustaad G76 a Surrey, nella Columbia Britannica. In un post su Facebook, Dhillon ha accusato il proprietario, Sanjay Bajaj, di aver maltrattato i dipendenti e ritardato il pagamento dei salari, minacciando pubblicamente che “chi si comporta in questo modo affronterà le stesse conseguenze”.

I ristoranti erano chiusi al momento dell’attacco e non si sono registrati feriti, mentre le strutture hanno riportato danni. L'episodio è avvenuto pochi giorni dopo un’altra sparatoria rivendicata dal gruppo, in cui un membro della gang, noto come Fateh Portugal, aveva pubblicato video in cui si assumeva la responsabilità di tre colpi di arma da fuoco contro proprietà del businessman Navi Tesi, accusato di aver utilizzato il nome della Bishnoi per estorcere denaro.

La gang prende di mira principalmente i membri più abbienti della comunità sud-asiatica canadese a fini di estorsione: in città come Brampton, Edmonton e Surrey (Columbia Britannica), la polizia canadese stima che le attività del gruppo abbiano fruttato decine di milioni di dollari.

Sebbene in un’intervista dal carcere Bishnoi si sia definito un nazionalista indù non favorevole alla creazione del Khalistan, la gang non sembra avere alcuna connotazione religiosa specifica. Negli ultimi anni la polizia canadese ha sostenuto che i servizi segreti indiani si sarebbero avvalsi della Bishnoi Gang per compiere omicidi e atti di intimidazione contro i sostenitori del movimento per l'indipendenza Khalistan, che promuove la creazione di uno Stato per la minoranza sikh del Punjab.

Ottawa accusa Delhi di aver fornito informazioni di intelligence a gruppi criminali come la Bishnoi Gang per mettere a tacere i critici e gli oppositori del governo del primo ministro Narendra Modi all’estero, un’accusa che l’India respinge con forza. Da parte sua, il governo indiano ribatte che il Canada avrebbe ignorato oltre due dozzine di richieste di estradizione riguardanti membri della gang, continuando a proteggere individui ricercati per gravi reati.

Le autorità canadesi sostengono di possedere una vasta serie di prove, tra cui elementi che collegherebbero la Bishnoi gang all’omicidio di Hardeep Singh Nijjar, avvenuto nel 2023 nei pressi di Vancouver. Nijjar, cittadino canadese, era stato inserito dall’India nella lista dei terroristi per il suo attivismo per la causa del Khalistan, una questione che trova molti più sostenitori all’interno della diaspora sikh che in India. Delhi ha più volte negato il proprio coinvolgimento nell’omicidio.

L’inserimento del gruppo nell’elenco delle organizzazioni terroristiche non solo consente il sequestro di beni e fondi collegati alla gang, ma rafforza anche la capacità delle forze dell’ordine di ostacolarne il reclutamento, il finanziamento e i movimenti internazionali. “Ci fornirà strumenti più efficaci per contrastare e porre fine ai loro crimini”, ha dichiarato il ministro della Sicurezza Anandasangaree. Finora la polizia canadese ha arrestato almeno otto persone, tra cui tre sospettate di aver preso parte all’omicidio di Nijjar, oltre a una ventina di individui accusati di estorsione.

L’Organizzazione mondiale Sikh del Canada (WSO), con sede a Ottawa, ha accolto positivamente la decisione del governo, ma ha chiesto che venga fatta piena luce sulle responsabilità dei funzionari che avrebbero commissionato o finanziato le violenze contro i sikh in Canada. “Il governo deve indagare e sanzionare coloro che hanno favorito queste operazioni”, si legge in una nota della WSO.

I rapporti tra India e Canada si sono distesi solo di recente dopo l’elezione, a marzo di quest’anno, di Mark Carney, successore di Justin Trudeau. Durante il vertice del G7 di giugno, Carney aveva incontrato il premier Modi per discutere il ripristino delle relazioni diplomatiche, congelate dal 2023 in seguito al caso Nijjar. La Consigliera per la Sicurezza nazionale Nathalie Drouin ha confermato che l’India si è impegnata a collaborare con le autorità canadesi nelle indagini in corso, sottolineando che i due Paesi stanno mantenendo un dialogo aperto sulle rispettive preoccupazioni in materia di sicurezza. L’India, tuttavia, ha scelto di non commentare pubblicamente la decisione del Canada.

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