10/12/2009, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan, il Natale “silenzioso” dei cristiani, nel timore di nuovi attacchi

di Fareed Khan
Cancellate le recite, i canti, niente decorazioni all’esterno degli edifici. Regolari, invece, le funzioni liturgiche e la messa di mezzanotte. I vescovi denunciano un “clima di paura”, ma la fede dei cristiani è più forte delle violenze. Commissione di inchiesta sugli incidenti di Gojra chiede la “revisione” della legge sulla blasfemia.
Lahore (AsiaNews) – Un Natale silenzioso. È quello che si apprestano a vivere i cristiani in Pakistan, all’insegna del “basso profilo”, senza luci o decorazioni esteriori. La comunità è ancora scossa dagli attacchi ai villaggi di Koriyan e Gojra, della scorsa estate, la guerra dell’esercito ai fondamentalisti ha scatenato una nuova ondata di attentati e il timore di nuove violenze resta alto.
 
Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale pakistana, conferma ad AsiaNews che il 2009 sarà un “Natale silenzioso”, una ricorrenza a carattere “familiare”, perché la situazione nel Paese è “molto brutta”. In passato scuole e parrocchie organizzavano recite, canti, momenti di incontro legati alla festività. Quest’anno, conferma il prelato, molti “hanno già cancellato gli appuntamenti in calendario” e non vi saranno nemmeno “le decorazioni” all’esterno di case ed edifici.
 
“Non si avverte – aggiunge mons. Saldanha – un’atmosfera di gioia, non c’è felicità perché le persone hanno paura e sono sconvolte dalla situazione del Paese”. Egli precisa però che le funzioni liturgiche e la messa di mezzanotte si terranno “come fatto normalmente in passato” e non teme “un calo nel numero dei partecipanti” perché “la loro fede è salda”.
 
Gli attacchi a interi villaggi e gli omicidi extragiudiziali, perpetrati in nome della legge sulla blasfemia, hanno alimentato le paure e i timori della comunità cristiana. Tuttavia, dal Pakistan arrivano piccoli segnali di speranza per un cambiamento. La Commissione di inchiesta sugli incidenti di Gojra – un villaggio assaltato, case incendiate, otto morti – guidata da un giudice dell’Alta corte di Lahore, ha chiesto al governo di “prendere in seria considerazione l’incidente” e auspica una “modifica” della legge sulla blasfemia. Introdotta nel 1986 dal dittatore pakistano Zia-ul-Haq, essa prevede l’ergastolo e la pena di morte per chi profana il Corano o dissacra il nome di Maometto.
 
Il Natale, infine, ha già compiuto un piccolo miracolo, risollevando le sorti dell’industria tessile pakistana. In un’intervista al sito IslamOnline Mohsin Mirza, presidente della Pakistan Readymade Garments Association, ha sottolineato che “il settore era in crisi nera, prima dell’arrivo degli ordini legati alle festività natalizie”. Il 2009 ha registrato una crescita del 20% nella domanda – in maggioranza da Stati Uniti e Unione europea – per un volume di affari pari a 1,5 miliardi di dollari.
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