17/01/2024, 15.35
CINA
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Pechino abbassa la disoccupazione giovanile (cancellando gli studenti lavoratori)

L'Ufficio nazionale di statistica è tornato a diffondere il dato sospeso dall'estate scorsa. Ma la discesa dal 21,3 al 14,9% è legata solo al fatto che dal computo è stato tolto chi "deve pensare a studiare". Intanto la crescita al 5,2% nel 2023 sbandierata dal premier Li Qiang non convince i mercati.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Dopo averne sospeso la diffusione in estate, Pechino è tornata a rendere pubblico il dato sulla disoccupazione giovanile, che in soli sei mesi sarebbe "scesa" dal 21,3 al 14,9%. L’indicatore economico - tra i più eloquenti rispetto alla crisi reale che sta attraversando l’economia del Paese - è comparso di nuovo tra le cifre diffuse oggi dall’Ufficio nazionale di statistica, insieme al dato generale sul Prodotto interno lordo che - come anticipato ieri al World Economic Forum di Davos dal premier cinese Li Qiang – nel 2023 avrebbe fatto segnare una crescita del 5,2%, in progresso rispetto al 3% dello scorso anno.

Ma la “ripresa” dell’occupazione tra i giovani tra i 16 e i 24 anni è in realtà è artificio contabile molto più che un dato reale: come spiega lo stesso Global Times, il quotidiano semi-ufficiale cinese in lingua inglese, l’unica cosa a essere mutata realmente è il sistema di calcolo. Per renderlo più “attendibile”, infatti, Pechino ha tolto dal computo tutti gli studenti in cerca di un’occupazione da portare avanti parallelamente ai propri studi. “Il compito principale degli studenti – commenta perentoriamente il Global Times - è quello di studiare nel campus piuttosto che trovare un lavoro part-time. Se venissero inclusi, l'indice potrebbe non riflettere accuratamente la situazione della disoccupazione di quanti hanno realmente bisogno di un lavoro a tempo pieno”.

Il vero indicatore sulla disoccupazione giovanile sarà, quindi, l’andamento nei prossimi mesi del dato che l’Ufficio nazionale di statistica è tornato a diffondere. Anche perché - secondo le stime del ministero dell’Istruzione cinese - nel 2024 la Repubblica popolare dovrebbe raggiungere la quota record di 11,79 milioni di laureati, circa 210mila in più rispetto allo scorso anno. E questo numero da tempo cresce molto più velocemente rispetto alla domanda di lavoro qualificato.

Quanto ai dati sul Prodotto intorno lordo al 5,2% nel 2023, in linea con l’obiettivo del 5% fissato dalle autorità di Pechino, è comunque il risultato meno brillante per l’economia della Repubblica popolare cinese dal 1990, se si eccettua il biennio della pandemia. Questo spiega anche la reazione fredda dei mercati a questi dati: nonostante le rassicurazioni di Li Qiang agli investitori sulla solidità dell’economia cinese, a Hong Kong oggi l'indice Hang Seng è sceso del 3,71%, la borsa di Shanghai ha chiuso in calo del 2,09%, e quella di Shenzhen è scesa del 2,54%.

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