05/11/2012, 00.00
COREA DEL SUD – CINA
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Seoul “minaccia” Pechino: migliorate i prodotti o chiudiamo i rapporti economici

di Joseph Yun Li-sun
Nel corso di un incontro fra docenti e analisti sul futuro della Cina nell’era di Xi Jinping emergono i problemi maggiori fra i due Paesi asiatici: diplomazia, storia, cultura, ma soprattutto economia e commercio. La Corea “non ha un bisogno disperato di Pechino, che deve decidersi a migliorare i suoi prodotti”.

Seoul (AsiaNews) - La Corea del Sud "non ha un bisogno disperato della Cina, e se questa non cambia le proprie politiche di esportazione potrà farne a meno molto presto". A parlare sono analisti e docenti universitari coreani che, durante un convegno che si è svolto ieri a Seoul, hanno dibattuto sul prossimo Congresso del Partito comunista e sulla "nuova cooperazione" fra le due nazioni asiatiche.

Yoon Pyung-joong, docente all'università Hanshin, spiega: "Nonostante siano 'abbastanza' interdipendenti dal punto di vista economico, Pechino e Seoul rimangono in enorme disaccordo su storia, questioni territoriali, questioni legate al mercato ittico, problema nordcoreano e sicurezza regionale. Questi fattori sono però fondamentali per costruire un rapporto di fiducia reciproca che possa svilupparsi nel tempo".

Per il professore "dal punto di vista politico non è prevedibile un enorme cambiamento drastico, a meno che non avvenga una qualche forma di emergenza legata alla Corea del Nord. In quel caso interverrebbero anche gli Stati Uniti e si rischierebbe una situazione simile a quella del 1950: una guerra fra Pechino e Washington combattuta sul suolo coreano".

Il vero problema, secondo l'analista Ralph Cossa, "viene dal commercio, dalla questione valutaria e dalla supremazia strategica nell'Asia orientale. Xi Jinping, ritenuto il prossimo presidente cinese, non si pone in contraddizione netta con i suoi predecessori anche perché non può farlo. Dal punto di vista della politica estera rimarrà in linea con i diktat di Hu Jintao, ma questo prevede alcuni scontri su chi dovrebbe 'dominare' l'area".

Per quanto riguarda i problemi economici, molti sottolineano anche la "scarsa qualità" dei prodotti importati dalla Cina. Proprio oggi il governo di Seoul è stato costretto a spegnere due reattori nucleari della centrale di Yeonggwang perché alcuni componenti - non legati al nocciolo - non hanno superato gli standard internazionali. Secondo il Partito conservatore, queste parti sono state importate dalla Cina.

In ogni caso, soprattutto negli ultimi anni l'export cinese ha lasciato molto a desiderare. In campo alimentare non si contano gli scandali legati ai prodotti tossici e lo stesso vale per il mercato dei giocattoli e per il tessile, di pessima qualità. La Cina al momento rappresenta il 16,5 % dell'intero giro d'affari coreano, ma gli esperti avvertono che "se la qualità non cambia, la percentuale scenderà in maniera molto rapida".

Secondo Choi Kang, docente presso l'Accademia diplomatica nazionale di Seoul, bisognerà infine osservare "con molta attenzione cosa Xi intende fare riguardo le dispute territoriali che sono esplose negli ultimi mesi. La Cina ha dei contenziosi aperti con il Giappone, la Corea del Sud, il Vietnam e le Filippine: non credo che farà passi indietro perché ha bisogno dell'appoggio dell'esercito, ma così rischia di peggiorare una situazione già troppo tesa".

 

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