Shanghai: il 15 ottobre la consacrazione dell'ausiliare 'eletto' durante la sede vacante
La diocesi ha inviato la comunicazione ufficiale per la cerimonia di ordinazione di p. Wu Jianlin, convocando tutti i preti e le suore a essere presenti senza eccezioni. L'ordinario Shen Bin avrebbe caldeggiato la scelta dicendo: "È membro della Conferenza del partito, deve essere vescovo". Il caso dell'altro ausiliare Ma Daqin dal 2012 impossibilitato ad esercitare il suo ministero per essersi rifiutato di aderire all'Associazione patriottica.
Shanghai (AsiaNews) - La mattina del 15 ottobre, nella cattedrale di Xujiahui, è fissata l’ordinazione episcopale di p. Wu Jianlin, il sacerdote eletto come vescovo ausiliare di Shanghai dall’assemblea del clero lo scorso 28 aprile, durante il periodo della sede vacante in Vaticano. La notificazione ufficiale è stata inviata oggi ai sacerdoti dalla diocesi di Shanghai. Già il 7 ottobre, però, la parrocchia della Cattedrale di Xujiahui aveva emesso un avviso: dal 13 (lunedì) al 15 (mercoledì) ottobre si terranno eventi religiosi e la chiesa sarà temporaneamente chiusa ai visitatori. Inoltre, entro mezzogiorno del 15 ottobre, sarà vietato parcheggiare veicoli all'interno del cortile della chiesa.
La gente aveva già capito che l'evento religioso che si terrà nella cattedrale possa era la cerimonia di ordinazione episcopale del vescovo Wu Jianlin. Anche perché la diocesi cattolica di Shanghai, senza specificare il motivo, aveva inviato una notifica a tutti i sacerdoti e le suore della diocesi, richiedendo la partecipazione obbligatoria alla liturgia del 15 ottobre mattina presso la chiesa di Sant'Ignazio a Xujiahui, senza possibilità di assenza o richiesta di permesso.
P. Wu Jianlin è stato eletto come vescovo ausiliare il 28 aprile di quest’anno. È noto che, prima di questo voto, il vescovo Shen Bin aveva visitato uno per uno i vari vicariati, organizzando incontri e colloqui privati per garantire l’elezione di p. Wu. Prima ancora, i funzionari degli affari religiosi di ciascun distretto avevano già contattato i sacerdoti della diocesi per sondare le loro intenzioni di voto. Come AsiaNews ha raccontato a suo tempo, l’elezione si è svolta una settimana dopo la morte di papa Francesco, nel periodo della sede vacante in Vaticano.
È interessante notare che alcuni religiosi e fedeli che hanno partecipato a riunioni diocesane hanno riferito ai giornalisti che il vescovo Shen Bin ha affermato, in almeno due occasioni: “Tutti i cattolici che partecipano alla Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CCPPC) sono vescovi; prima o poi dovremmo rendere anche p. Wu Jianlin un vescovo”.
Dopo che il vescovo auilioare Taddeo Ma Daqin era stato sospeso nel 2012 in seguito alla sua rinuncia pubblica di aderire all’Associazione patriottica, p. Wu Jianlin è diventato il coordinatore del "gruppo dei cinque" della diocesi. È stato eletto membro della Conferenza consultiva politica municipale di Shanghai nel 2013, e nel 2018 è diventato membro della Conferenza consultiva politica nazionale.
Molte voci della comunità cattolica locale hanno osservato con preoccupazione che gli esponenti gesuiti e i giovani cattolici della diocesi di Shanghai, che in passato avevano sostenuto con coraggio la comunione con la Chiesa universale, mantenendo la fede e la lealtà senza temere conseguenze personali, stanno diventando un ricordo del passato. Oggi, la diocesi di Shanghai sembra sempre più un palcoscenico per spettacoli politici.
Si citano alcuni fatti: papa Francesco è morto il 21 aprile (ora di Roma, pomeriggio in Cina). Molti fedeli, sacerdoti e suore della diocesi di Shanghai avevano raccolto materiale commemorativo e organizzato eventi di lutto e commemorazione. Tuttavia, nel pomeriggio dello stesso giorno, la diocesi di Shanghai ha pubblicato questo avviso: “Cari sacerdoti e suore, papa Francesco è tornato alla casa del Padre questo pomeriggio. Le attività commemorative saranno organizzate unificatamente dall’Associazione patriottica e dalla Conferenza dei vescovi. Le parrocchie non devono organizzare commemorazioni in modo privato, né pubblicare o commentare post online. Se sono già state organizzate, devono essere cancellate immediatamente. Nella Messa, non si menzioni più ‘il nostro Papa’, ma direttamente ‘il nostro vescovo’ nella preghiera eucaristica”.
Solo tre giorni dopo, sul sito della diocesi è comparso un articolo intitolato “Papa Francesco è tornato alla casa del Padre”, accompagnato dalla dicitura: “Articolo interamente ripreso dal sito ufficiale dell’Associazione patriottica e della Conferenza dei vescovi cinesi”.
Quanto all’elezione del nuovo papa, avvenuta 15 giorni dopo, a parte un comunicato dell'agenzia di stampa Xinhua che affermava che la Chiesa cattolica cinese aveva inviato un messaggio di congratulazioni, il sito dell’Associazione patriottica non ha pubblicato nulla. Di conseguenza, nemmeno il sito della diocesi di Shanghai ha riportato alcuna notizia.
Alcuni intervistati hanno commentato con rabbia: “Dopo l'accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi, i vescovi cinesi non sono forse in piena comunione con la Chiesa universale? Perché allora c’è stato questo silenzio collettivo alla morte del papa?”. “Non solo mancano di ecclesialità, ma anche di umanità. Vedono solo la politica”.
Uno studioso che ha chiesto di restare anonimo ha affermato che, dopo la firma dell'Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi, si sono verificati molti cambiamenti positivi, con i vescovi cinesi in piena comunione gerarchica con il papa. Tuttavia, persistono anche fenomeni deludenti. Ad esempio, durante le elezioni dei vescovi, la parte cinese presenta alla Santa Sede un unico candidato. Inoltre, quando un vescovo viene trasferito, la cerimonia d’insediamento viene spesso organizzata in hotel o sale parrocchiali piuttosto che nelle chiese, con la partecipazione di sacerdoti, suore, membri dell'Associazione patriottica e funzionari governativi. Questo tipo di cerimonia sembra voler enfatizzare l'identità politica del vescovo piuttosto che il suo ruolo spirituale. Inoltre, viene vietato ai presenti di scattare foto o diffondere contenuti, e ogni cerimonia è soggetta a rigorose misure di sicurezza.
Lo stesso studioso ha osservato: “Avere un vescovo dovrebbe essere motivo di festa per la Chiesa. Tuttavia, l’attuale modalità di gestione fa percepire l’esatto contrario. Anche l’imminente ordinazione del vescovo ausiliare di Shanghai non fa eccezione”. Critica il fatto che i contenuti liturgici di queste celebrazioni siano tenuti segreti e non siano resi pubblici, creando così una divisione interna nella Chiesa in base al rango: solo alcune persone sanno cosa accade. Questo approccio non è diverso da quello della burocrazia secolare e mina profondamente il significato sacramentale dell’ordinazione episcopale.
Secondo alcune fonti, la Santa Sede aveva mantenuto in passato una posizione ferma riguardo alla situazione del vescovo Ma Daqin, insistendo nel considerarlo l’unico vescovo legittimo della diocesi di Shanghai, anche se il suo esercizio di governo era ostacolato. Tuttavia, davanti alla pressione del governo e alla nomina imposta del vescovo Shen Bin a Shanghai, la Santa Sede ha progressivamente ceduto. Due anni fa, alcuni ambienti filogovernativi avevano addirittura sperato che Shen Bin potesse risolvere la situazione proponendo Ma come vescovo ausiliare. Ma questa speranza si è infranta ancora una volta.
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