12/05/2022, 12.00
LANTERNE ROSSE
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Shanghai: calano i contagi da Covid-19, ma aumentano le restrizioni

di John Ai

Le autorità inaspriscono le misure di chiusura in diverse parti del Paese, come richiesto dal leader supremo Xi Jinping. Censurati i commenti online che mettono in discussione i lockdown. Anche le imprese Usa presenti in Cina criticano la politica “zero-Covid” di Pechino.

Roma (AsiaNews) – Nelle ultime 24 ore Shanghai ha registrato un netto calo dei contagi da Covid-19: circa 1.500 casi rispetto ai 25mila giornalieri di metà aprile. Malgrado i miglioramenti, le autorità hanno inasprito ancora le restrizioni, riportando persino in lockdown in aree della città che stavano lentamente uscendo dalla quarantena. In diversi casi la popolazione ha violato i divieti di uscire dalle proprie abitazioni.

Dopo che la scorsa settimana il presidente Xi Jinping ha ribadito la politica “zero-Covid”, molte città in Cina hanno intensificato le chiusure per il contenimento del coronavirus. Pechino è in parziale lockdown, sebbene non ufficialmente, con la popolazione che deve effettuare ripetuti test diagnostici. Le linee degli autobus in diversi quartieri della capitale sono sospese, alcune stazioni della metropolitana sono chiuse e ai cittadini è stato ordinato di lavorare da casa. Anche le scuole locali sono chiuse e gli studenti sono costretti a seguire lezioni online.

Shanghai rimane il centro più colpito dalla nuova ondata. Ad esempio, le autorità cittadine hanno annunciato che l'esame di ammissione all'università, l'evento più cruciale per gli studenti e le famiglie, è rimandato a luglio.

La legittimità delle rigide misure di isolamento è messa in discussione dagli esperti di diritto. In una lettera aperta Tong Zhiwei (童之伟), docente dell'Università di scienze politiche e giurisprudenza della Cina orientale, ha chiesto al governo di smettere di obbligare i cittadini alla quarantena negli ospedali temporanei. Tong ha scritto che le misure sanitarie estreme hanno avuto gravi conseguenze e possono avere un impatto sullo Stato di diritto. Egli ha sottolineato di aver consultato oltre 20 professori di diverse università in merito alla sua denuncia.

I social network cinesi hanno rimosso le esternazioni del prof. Tong, come quelle dell’l'avvocato Liu Dali (刘大力): anch’egli ha messo in dubbio la base legale delle misure di quarantena ordinate dalle autorità.

La censura ha colpito in altri modi. Video online – poi rimossi dal web – mostrano agenti di polizia a Shanghai che sfondano la porta per portare via le persone che si rifiutano di andare nelle strutture di quarantena designate. Prima dello sgombero, gli agenti hanno costretto alcuni residenti a consegnare le chiavi di casa per permettere al personale sanitario di disinfettare  le abitazioni.

In una situazione sempre più politicizzata dai vertici, Xi lo ha detto in modo chiaro: "La nostra linea guida di prevenzione è determinata dalla natura e dallo scopo del Partito". Xi ha chiesto ai quadri del Partito comunista cinese di allinearsi al Comitato centrale e di "combattere risolutamente contro tutti i commenti e le azioni che distorcono, mettono in dubbio e negano le linee guida e le politiche nazionali di prevenzione delle epidemie".

I leader di Shanghai hanno risposto alle istruzioni di Xi promettendo di eliminare le infezioni il prima possibile. Altre piccole città in lockdown sono raramente segnalate. Realtà di frontiera che dipendono dal commercio estero sono colpite dalle chiusure prolungate, soprattutto Ruili al confine con il Myanmar, Dongxing vicino al Vietnam e Suifenhe alla frontiera con la Russia.

Per la maggior parte degli esperti, la politica dello zero-Covid di Xi danneggia le catene globali di approvvigionamento e la stessa economia cinese. In aprile l’export nazionale è cresciuto solo del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2021, il minimo degli ultimi due anni. Minata anche la fiducia delle aziende straniere: Dopo la rivelazione che il 23% delle imprese europee presenti in Cina pensa di spostare il proprio business in altri Paesi, a lanciare l’allarme sono quelle Usa.

Secondo un sondaggio della Camera di commercio statunitense in Cina, il 51% delle sue aziende statunitensi diminuirà o rimanderà i propri investimenti nel mercato cinese; il 58% prevede poi un calo delle entrate annuali. Il presidente della Camera Usa, Colm Rafferty, ha dichiarato a Reuters: "Ci stiamo preparando a un esodo di massa di talenti stranieri quest'estate, con un numero minore di persone dall'estero disposto ad accettare un impiego qui in Cina".

 

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