21/09/2016, 08.58
TURCHIA
Invia ad un amico

Turchia, 45 studenti in carcere. Avevano manifestato contro Erdogan nel 2012

Il giudice ha inflitto a ciascuno dei giovani universitari dieci mesi di prigione. Quattro anni fa avevano partecipato a una protesta durante una visita dell’allora Primo Ministro alla Middle East Technical University. L’opposizione accusa: il carcere è la “risposta” del governo verso manifestanti e critici. 

Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Un tribunale turco ha condannato a quattro anni di distanza 45 studenti, per aver partecipato a manifestazioni nel 2012 contro l’allora Primo Ministro (oggi presidente) Recep Tayyip Erdogan. I giovani universitari avevano aderito alle proteste, organizzate durante una visita dell’ex premier nel loro ateneo; questa mattina il giudice ha inferto a ciascuno di loro 10 mesi di carcere.

Secondo il tribunale della capitale i giovani sono colpevoli di aver infranto la legge, per aver ostacolato le funzioni politiche e istituzionali di Erdogan. Il riferimento è alla visita dell’allora Primo Ministro alla Middle East Technical University, per seguire in diretta tramite collegamento video la messa in orbita di un satellite spia turco, a bordo di un razzo cinese. 

All’epoca i poliziotti erano intervenuti in massa per disperdere la protesta studentesca, usando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. L’opposizione aveva criticato con forza l’azione operata dalle forze dell’ordine, giudicandola troppo energica e muscolosa per una dimostrazione minore e con un esiguo numero di partecipanti. 

Aykan Erdemir, ex deputato del Partito Popolare Repubblicano (Chp), la principale formazione di opposizione, stigmatizza la decisione dei giudici: “È triste osservare che le condanne al carcere - ha dichiarato all’Afp il politico - sono la risposta usata sempre dal governo verso i manifestanti e i critici”. 

Le condanne degli universitari giungono nel contesto di una serie di epurazioni, condanne e attacchi contro voci critiche, dissenso, oppositori, intellettuali, militari, dirigenti pubblici e semplici cittadini lanciato da Ankara in seguito al fallito golpe della notte fra il 15 e il 16 luglio. Una vicenda dai contorni ancora oscuri, che ha offerto ai vertici turchi - e allo stesso Erdogan - la possibilità di lanciare una campagna di pulizia che ha portato all’arresto di decine di migliaia di persone.

Nei giorni scorsi Ankara ha diffuso i dati aggiornati relativi alle “purghe”. Almeno 76mila persone sono state fermate e altre 16mila arrestate per presunti legami con il movimento di Gülen. In totale il numero delle persone sottoposte a interrogatorio ha superato quota 100mila. Migliaia le persone cacciate dal proprio posto di lavoro; di questi, la maggioranza erano dipendenti nel settore della pubblica istruzione. Inoltre, sono almeno 20mila i posti tuttora vacanti fra le fila dell’esercito in seguito all’arresto o all’uccisione di ufficiali e soldati implicati nel colpo di Stato. 

Attivisti e organizzazioni pro diritti umani hanno accusato il governo turco di utilizzare il pretesto del terrorismo e del fallito golpe per colpire fra gli altri l’opposizione, la dissidenza e la minoranza curda. Ankara avrebbe anche utilizzato la violenza e la tortura contro sospetti, a carico dei quali non vi erano prove certe di coinvolgimento; a questo si aggiunge la detenzione di giovani in età scolare perché avrebbero intrecciato legami con il movimento del leader spirituale Fethullah Gülen.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Condanna di un anno per la leader curda. Morti sospette nelle carceri turche
12/04/2017 08:51
Turchia, proseguono le purghe di Erdogan: 2600 fermi e 500 arresti in un mese
31/03/2017 11:19
Istanbul: indagava sul governo, arrestato giornalista tedesco di origini turche
28/02/2017 08:45
Ankara, carcere ed espulsione dal Parlamento per i leader del partito di opposizione curdo
22/02/2017 08:53
Ankara, licenziati altri 227 magistrati. Al via il processo contro decine di militari golpisti
21/02/2017 08:57


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”