11/12/2003, 00.00
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Turkmenistan, Azerbaigian, Kazakhstan: le nuove dinastie

Mosca (AsiaNews) –  A giudicare dai risultati delle elezioni di alcuni giorni fa, la Russia sembra ritornare al vecchio autoritarismo zarista (e comunista). Questo ritorno indietro della "democrazia" è un fenomeno visibile anche in molte repubbliche ex sovietiche. Nel numero di dicembre di AsiaNews (edizione su carta), Giovanni Bensi, esperto di questioni religiose (soprattutto dell'Islam nei territori dell'ex URSS) offre un'interessante analisi sui fenomeni di autoritarismo e nepotismo in alcuni stati dell'Asia Centrale.

Caso limite è il Turkmenistan, paese a maggioranza sunnita, con 5,5 milioni di abitanti, al confine con l'Iran e l'Afghanistan, ricco di gas naturale. Dal '90, quando il paese si è proclamato indipendente dall'URSS, la presidenza è stata assunta da Saparmurat Niyazov. Anche lui, come Putin, ha riciclato la sua immagine: negli anni '80 era infatti capo del governo e primo segretario del PC turkmeno, oltre che membro del Comitato Centrale del PCUS a Mosca.

Ottenuto il potere, Niyazov si è scoperto musulmano, ha fatto costruire nel villaggio natio di Kypchak la più grande moschea dell'Asia Centrale ed ha instaurato un regime dittatoriale con un esasperato "culto della personalità". Ha perfino cambiato i nomi dei mesi e delle settimane e ha decretato che il periodo della sua reggenza venga definito "il secolo d'oro". Di se stesso dice: "Tutta la forza e la potenza della nazione turkmena devono essere concentrate in me". Nel paese non esiste informazione indipendente e gli oppositori sono perseguitati e imprigionati.

Il Turkmenistan di Niyazov è tristemente famoso anche per la corruzione e il nepotismo: dopo essersi fatto proclamare presidente a vita, ha aperto al figlio Murat una via privilegiata nel mondo degli affari, affidandogli il controllo dell'esportazione del gas naturale; i proventi - si dice ad Ashghabat, capitale del paese - sono custoditi in banche "offshore" a Cipro. Murat avrebbe preso forti "tangenti" da compagnie straniere interessate all'estrazione del gas, senza tuttavia far fronte agli impegni presi. Anche il denaro ricavato dal commercio di alcolici e sigarette è gestito da Murat.

 

Un altro clamoroso caso di nepotismo è visibile nell'Azerbaigian, con oltre 8 milioni di abitanti di religione islamica sciita, situato nel Caucaso sud-orientale sulla riva del Mar Caspio. Il paese, al confine con l'Iran e, per un breve tratto, con la Turchia, è ricchissimo di petrolio e considerato di grande importanza strategica ed economica. Heydar Aliyev, ex capo del PC e del KGB a Bakù,  ex-membro del Politburo a Mosca, è divenuto presidente dopo i dolorosi avvenimenti alla fine degli anni '80, segnati da guerre e lotte di potere che hanno causato migliaia di morti. Dagli anni '90 egli ha costretto all'esilio i suoi avversari più decisi e tiene al più basso livello possibile le libertà civili e politiche. Con una modifica costituzionale, Aliyev  ha pure creato i presupposti perché suo figlio Ilham gli succedesse alla presidenza. E così è avvenuto: in aprile Aliyev, colto da una crisi cardiaca, ha abbandonato la politica. Poco prima delle elezioni, ha abdicato a favore di Ilham che, a capo del partito "Yeni Azerbaycan" ("Nuovo Azerbaigian"), ha vinto le elezioni di ottobre con il 79,5% dei voti. Gli oppositori lo hanno accusato di brogli, e hanno inscenato manifestazioni, ma nulla è successo. Quando era ancora "principe ereditario", Ilham Aliyev era anche vicepresidente dell'azienda petrolifera di stato. A suo attivo, molte tangenti di ditte petrolifere USA.

 

Un altro lampante caso di nepotismo, dove membri della famiglia al potere godono di posizioni privilegiate nel mondo politico, dell'informazione e degli affari, è il Kazakhstan, ricco di  ingenti giacimenti di petrolio e di gas. Ebbene, Dariga, figlia del presidente Nazarbayev, è la direttrice del principale canale televisivo khazakho "Khabar", mentre suo marito, Rahat Aliyev, è ambasciatore in Austria e presso l'OSCE. Nazarbayev ha cercato di stringere un'alleanza con il vicino Kyrgyzstan facendo sposare un'altra delle sue figlie, Aliya, con Aydar, figlio del presidente kirghizo Askar Akayev. Il matrimonio "diplomatico" non ha retto e, dopo il divorzio, Aliya ha sposato un ricco affarista kazakho. La terza figlia di Nazarbayev, Dinara, dirige il "Fondo nazionale per l'istruzione", mentre suo marito, Timur Kulibayev, è vicepresidente dell'azienda di stato kazakha per il petrolio ed il gas.  (SF)

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