12/12/2025, 15.18
CAMBOGIA-THAILANDIA
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Vescovi cambogiani: 'Fermiamo le armi, ogni uomo è immagine di Dio'

L'appello diffuso insieme dai tre presuli mentre per il sesto giorno consecutivo continuano i raid aerei e i colpi di artiglieria lungo gli 800 chilometri di confini tra i due Paesi. "Preghiamo per tutte le vittime e affermiamo la vicinanza dei nostri cuori a tutte le famiglie sfollate, in particolare ai bambini, ai malati e alle persone vulnerabili". Anche la Conferenza episcopale thailandese mobilitata per le comunità colpite dal conflitto..

Phnom Penh (AsiaNews) - Mentre per il sesto giorno consecutivo Thailandia e Cambogia si scambiano raid aerei, colpi di artiglieria e accuse incrociate di violazione degli accordi lungo gli 800 chilometri delle aree di confine, le comunità cattoliche di entrambi i Paesi si mobilitano in favore della pace e per l’assistenza alle centinaia di migliaia di profughi che questa seconda ondata di scontri, dopo il fragile cessate il fuoco di luglio, sta nuovamente creando. 

L'annuncio dello scioglimento del parlamento a Bangkok (con le elezioni che potrebbero tenersi l'8 febbraio) non frena per il momento le recriminazioni, con l'esercito che denuncia l'utilizzo "di droni come in Ucraina" da parte dell'aviazione cambogiana. Da parte sua anche Phnom Penh scarica sui thailandesi la responsabilità dell'escalation e parla di almeno 11 suoi civili tra le vittime e oltre 300mila connazionali sfollati.

In questo contesto drammatico un appello a far tacere immediatamente le armi è stato diffuso oggi dai tre vescovi della Chiesa cattolica cambogiana: il vicario apostolico di Phnom Penh, mons. Olivier Schmitthaeusler, il vicario coadiutore mons. Pierre Suong Hanly (che è il primo vescovo cambogiano dopo gli anni di Pol Pot ed è anche amministratore apostolico di Kompong Cham) e mons. Enrique Figaredo, prefetto apostolico di Battambang, sotto la cui giurisdizione si trova l’area più colpita dal conflitto.

“Come leader della Chiesa cattolica in Cambogia – scrivono - esprimiamo il nostro profondo dolore e la nostra tristezza per le rinnovate ostilità al confine tra Thailandia e Cambogia - si legge nel testo -. In questo momento diffiicile, ci vengono in mente le parole di Gesù: ‘Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio’ (Matteo 5:9). Crediamo che ogni essere umano sia creato a immagine di Dio e meriti di essere trattato con dignità e amore”.

I vescovi chiedono che si arrivi “immediatamente a un cessate il fuoco” e che possano “riprendere il dialogo e la diplomazia, cercando soluzioni che promuovano il bene comune e la vera pace”. “Preghiamo per tutte le vittime, militari e civili, che hanno perso la vita - aggiungono - e affermiamo la vicinanza dei nostri cuori a tutte le famiglie sfollate, in particolare ai bambini, ai malati e alle persone vulnerabili”.

Ai fedeli chiedono di “essere agenti di pace, promuovendo comprensione e rispetto”, e soprattutto di “pregare per la pace in questo tempo di preparazione al Natale, quando aspettiamo Gesù, il Principe della Pace. Vi invitiamo anche a unirvi - aggiungono - a diversi sforzi e iniziative per sostenere i militari e le migliaia di sfollati, in particolare i bambini che non possono andare a scuola”.

“Che la nostra comune umanità e il nostro impegno per la pace ci guidino verso un futuro più luminoso, dove l'amore e la compassione superino l'odio e la divisione”, concludono i vescovi cambogiani invocando su tutti la benedizione della Vergine Maria, Regina della Pace.

Anche dall’altro lato della frontiera l’arcivescovo di Bangkok, mons. Francesco Saverio Vira Arpondratana, ha diffuso ieri un appello a nome della Conferenza episcopale thailandese, esprimendo grande preoccupazione per questa seconda ondata di scontri che continua a intensificarsi e ad allargarsi. “Diverse persone sono state uccise e ferite – scrive il presule - e più di 250.000 persone sono state evacuate in circa 900 rifugi temporanei. La situazione rimane tesa e non ci sono segnali che possa migliorare presto”.

Le Caritas delle diocesi di Ubon Ratchathani, Nakhon Ratchasima e Chanthaburi stanno “fornendo urgentemente assistenza ai colpiti al massimo delle proprie capacità”. “Per dimostrare unità nella fede in Cristo - aggiunge ancora mons. Vira Arpondratana - la Conferenza episcopale della Thailandia invita tutte le diocesi, gli ordini religiosi, le organizzazioni cattoliche e tutti i cristiani a mostrare amore e compassione ai nostri fratelli e sorelle che soffrono, attraverso donazioni secondo le proprie possibilità tramite Caritas Thailandia”.

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