04/11/2005, 00.00
Filippine
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Vescovi filippini: "Il governo sostenga la pianificazione naturale delle famiglie"

di Santosh Digal

I presuli filippini chiedono una moratoria delle leggi attualmente in vigore e portano avanti il metodo di ovulazione delle coppie, tecnica dell'Oms che consente una pianificazione senza l'uso di contraccettivi artificiali.

Manila (AsiaNews) – La Chiesa cattolica filippina ha chiesto al Congresso di sostenere un programma di controllo della popolazione "pro vita" tramite una pianificazione familiare "naturale". I presuli chiedono di stanziare anche i fondi necessari allo sviluppo del progetto e di non aspettare solamente quelli delle Nazioni Unite.

Il presidente della Commissione famiglia e vita della Conferenza episcopale filippina, mons. Piciano Anaceto, ha parlato ieri in una conferenza stampa organizzata nella capitale. I vescovi, ha affermato, mantengono "una posizione contraria alle misure governative tuttora in vigore, che rappresentano un aborto travestito da progetto di salute riproduttiva". "La Chiesa – ha aggiunto – sostiene solo il metodo di ovulazione delle coppie come metodo di pianificazione".

Questa tecnica consente una pianificazione familiare naturale - senza l'uso di contraccettivi - ed è stata sviluppata dall'Organizzazione mondiale della Sanità.

Il prelato ha messo in luce anche il risvolto economico della questione: il governo importa dall'estero ogni anno contraccettivi per un valore di circa 2,5 miliardi di pesos filippini (circa 37 milioni di euro). "Potete immaginare – ha detto – se questi soldi venissero ridistribuiti in programmi di microfinanza? Significa poter dare a 50 mila famiglie 5 mila pesos in più all'anno per svilupparsi".

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il prof. Bernardo Villeges, presidente dell'Università dell'Asia e del Pacifico, e Jose Sandejas, della Fraternità della famiglia.  Villeges ha spiegato che non vi è alcuna certezza che le nuove generazioni, se numerose, saranno condannate alla miseria e che la corrente politica governativa - ed il suo invito sfrenato alla contraccezione artificiale - sono da considerare un segno di "povertà" delle Filippine.

Mons. Anaceto ha poi voluto "sottolineare e lodare" le dichiarazioni della presidente Gloria Macapagal Arroyo che, il 12 ottobre alle Nazioni Unite, ha annunciato di voler usare i fondi Onu al fine di rafforzare i progetti sanitari "che insegnano alle coppie l'uso del metodo di ovulazione". "E' il primo governo – ha concluso – che capisce l'importanza della questione e che vuole rispettare la vita secondo i canoni cattolici".

Subito dopo l'annuncio del 12 anche il cardinale Ricardo Vidal aveva detto di apprezzare il gesto della Arroyo "coraggiosa nel decidere la nuova politica di pianificazione familiare" ed aveva invitato tutti coloro che appoggiano altri metodi – che violano i precetti religiosi – a "dichiarare una moratoria multi-partitica con cui si conceda tempo a tutti per assestarsi sui canoni di queste direttive, genuinamente tese a proteggere le donne, la famiglia e la società nelle Filippine".

I vescovi filippini si oppongono alle leggi 3773, Atto sulla gestione della popolazione (legge dei 2 figli); 1808, Legge sulla popolazione e sviluppo e 3422, Atto sulla responsabilità parentale, di cui chiedono una moratoria.

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