Desiderava con tutta l’anima di recuperare il volto della “folle santità” della Russia, quello dei suoi monaci e dei suoi pellegrini, dei suoi grandi artisti e musicisti, dei suoi scrittori capaci di aprire orizzonti di vera unione universale. Per questo ha citato spesso Dostoevskij. Ora nella sua morte ci promette che in questa inestricabile lotta interiore tra il male e il bene nell’animo umano si rivela sempre il volto di Cristo.
Fanno discutere le affermazioni di Vladimir Kara-Murza, uno dei più autorevoli esponenti dell'opposizione a Putin in esilio, sulla folta presenza delle etnie non russe tra i soldati di Mosca al fronte in Ucraina. Molti lo hanno accusato di razzismo. Ma c'è chi ricorda anche i caucasici che combattono nelle fila di Kiev, osservando amaramente come in questo conflitto sanguinoso "ognuno cerca i propri nemici".
Il patriarca Kirill ricorda lo storico incontro del 2016 a Cuba e il desiderio di Francesco di "guarire le ferite dei conflitti". L'omaggio di Putin: "Coerente difensore dei grandi valori dell’umanesimo e della giustizia”. Lo scrittore ortodosso Andrej Lorgus: "Nella sua morte a Pasqua un significato particolare per tutto il mondo cristiano".
il fatturato complessivo è rimasto più o meno uguale ma sono crollate le tirature, con un -23% di libri stampati rispetto al primo trimestre del 2022. libri tradotti dall’estero sono calati del 27%, con una media decisamente misera per l’utenza russa di 2.500 esemplari stampati per ogni testo. I lettori cercano surrogati alla letteratura ormai proibita, comprando i libri russi di genere fantasy e horror e romanzi cinesi.
È la stima fornita dal Korea Institute for Defense Analyse, vicino a Seoul, per l’invio di armi, uomini e tecnologie alla Russia da parte del regime dei Kim. Fra le forniture anche 21mila container di armi via mare. Fra la fine del 2024 e l’inizio dell’anno il Nord ha mandato quasi 127mila mail di phishing a funzionari, giornalisti e ricercatori del Sud.
Nell'ambito della conversione a un'economia di guerra negli ultimi tre anni la procura generale della Russia ha confiscato ai privati 411 grandi compagnie, con attivi che superano i 30 miliardi di dollari. Tra i principali gestori di queste operazioni vi sarebbero i due fratelli oligarchi più vicini al presidente Vladimir Putin, Arkadij e Boris Rotenberg.