24/08/2015, 00.00
INDIA
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Chhattisgarh: gravi mancanze nelle indagini per lo stupro della suora cattolica

di Nirmala Carvalho
La denuncia è della National Human Rights Commission. La polizia potrebbe aver compromesso le indagini in modo irreparabile. La vittima non è stata tutelata e non ha avuto sostegno psicologico e legale. Dichiarazioni “affrettate e inaffidabili” alla stampa.

 

New Delhi (AsiaNews) - Gravi mancanze nel modo in cui sono state condotte e indagini per lo stupro della suora cattolica di 47 anni, drogata e abusata da due malviventi nella notte tra il 19 e il 20 giugno scorso al Christ Sahaya Kendra (Christ Help Centre) di Raipur, nello Stato indiano del Chhattisgarh. È quanto denuncia la National Human Rights Commission (Nhrc) dell’India, secondo cui il governo statale ha condotto le indagini in modo inadeguato e potrebbe aver commesso degli errori irreparabili, non circoscrivendo l’area del crimine e non raccogliendo le prove fisiche degli aggressori (ancora senza nome) dal corpo della vittima.

La terribile vicenda è stata raccontata con coraggio dalla stessa religiosa, appartenente alle Missionarie salesiane di Maria Immacolata (Smmi). Secondo la Nhrc, l’ispettore generale di polizia ha dimostrato “mancanza di sensibilità” nei confronti della suora, mettendo in dubbio che la missionaria avesse subito violenza sessuale. Inoltre ha rilasciato ai media di Raipur “dichiarazioni frettolose e inaffidabili”, del tutto immotivate.

La Commissione ha richiesto al sovrintendente e al direttore generale della polizia di Raipur, così come al vice segretario del governo del Chhattisgarh di adottare entro sei settimane le misure necessarie per garantire la tutela della vittima e il rispetto delle leggi dello Stato. I membri della Commissione lamentano che la polizia ha condotto un’indagine preliminare e registrato il caso, ma poi non ha raccolto la testimonianza della suora davanti al magistrato, in base a quanto prescrive la sezione 164A del Codice di procedura penale (Cr.P.C.).

Un’altra grave mancanza, che potrebbe aver compromesso in modo irrecuperabile l’andamento delle indagini, è che la polizia non ha delimitato l’area dove è avvenuta la violenza e non ha raccolto campioni di sangue, urina e altri fluidi per determinare la sostanza allucinogena usata per drogare la missionaria e identificare gli aggressori.

Inoltre sono stati commessi errori anche durante il sequestro degli abiti della vittima, alla quale non è stato fornito alcun tipo di sostegno psicologico e legale, previsti in casi simili dalla sezione 357A del Cr.P.C. e dalle linee guida della Corte suprema.

Da ultimo, la Commissione ha richiesto al direttore generale di polizia di istruire in modo adeguato i propri funzionari sulla gestione del rapporto con i media, in modo da evitare in rilascio alla stampa di dichiarazioni non complete e irrispettose delle vittime.

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