09/09/2017, 12.41
CINA-VATICANO
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Mons. Pietro Shao Zhumin sotto controllo in un ospedale di Pechino

di Bernardo Cervellera

È stato sottoposto a un’operazione a un orecchio. Gli è stato vietato di partecipare ai funerali di un anziano testimone della fede, p. Giovanni Wang, che ha subito 12 anni di lager. Anche il segretario dl vescovo è stato sequestrato per impedirgli di partecipare ai funerali di p. Wang.

Roma (AsiaNews) - Mons, Pietro Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou (Zhejiang), è in un ospedale di Pechino per cure (foto 1). Egli è tuttora sotto il controllo della polizia e impossibilitato a svolgere le sue funzioni episcopali. Mons. Shao è nelle mani della polizia e dei rappresentanti dell’Ufficio affari religiosi dal mese di maggio. Per la Santa Sede egli è il vescovo ordinario di Wenzhou, ma il governo non lo riconosce perché egli fa parte della comunità sotterranea. A causa di questo egli è di continuo ostacolato a servire la diocesi e i fedeli e sottoposto a “istruzione religiosa” perché accetti di iscriversi all’Associazione patriottica, l’organismo di controllo della Chiesa, che progetta di costruire una comunità cattolica separata dalla Santa Sede.

Mons. Shao era stato rapito dalla polizia anche in aprile, pochi giorni prima della Pasqua.

Secondo alcuni fedeli della sua diocesi, egli sarebbe ora a Pechino, da dove è stata inviata una sua foto che lo ritrae in pigiama (v. foto). Egli sarebbe stato sottoposto a un’operazione all’orecchio.

La sua partenza per Pechino non gli ha permesso di partecipare ai funerali di un grande testimone della fede, il sacerdote sotterraneo p. Giovanni Wang Zhongfa (foto 2), morto la scorsa settimana, il 2 settembre.

P. Wang, 86 anni, dal 1956 - quando era ancora seminarista -  ha subito 12 anni di lavori forzati a Baoanzhi (Mongolia interna). Finito di scontare la sua pena, ha avuto la proibizione di ritornare al suo paese ed è rimasto lì a lavorare. Solo dopo altri 12 anni ha potuto far ritorno nel comune di Qianku. In diocesi ha molto lavorato per l’evangelizzazione e ha curato la crescita di vocazioni sacerdotali e di un istituto diocesano di suore, le missionarie del Cuore di Gesù. Nelle scorse settimane era stato ricoverato in ospedale e mons. Shao aveva ricevuto il permesso di visitarlo, sempre scortato da funzionari degli Affari religiosi. Ma gli è stato vietato di partecipare la funerale.

Anche il segretario di mons. Shao, p. Paolo Jiang Sunian, è stato portato dalla polizia in un luogo segreto per non permettergli di partecipare al funerale di p. Wang.

I fedeli sperano che presto sia p. Jiang che mons. Shao possano ritornare in diocesi.

Per la liberazione di mons. Shao si erano espressi pubblicamente il governo tedesco. Anche il Vaticano, in un raro pronunciamento critico, aveva espresso “grave preoccupazione” sulla sorte del vescovo.

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