Anche tra i kazachi l'inverno demografico oggi è dietro l'angolo
Per la prima volta da diversi anni in Kazakistan la crescita della popolazione rallenta, e in oltre la metà delle regioni del Paese, soprattutto quelle settentrionali, i numeri indicano piuttosto un calo demografico. E anche in uno dei Paesi con la più bassa densità abitativa al mondo il 63,4% delle persone vivono nelle grandi città.
Astana (AsiaNews) - Nei primi otto mesi del 2025, la popolazione del Kazakistan è aumentata di 143.200 persone, lo 0,71 in più secondo l’ufficio nazionale di statistica, e al 1° settembre si calcola una popolazione di quasi 20,5 milioni di persone. Come negli altri Paesi dell’Asia centrale, la tendenza rimane alla crescita demografica, ma in Kazakistan per la prima volta da diversi anni questa crescita si verifica in percentuali più rallentate, e in oltre la metà delle regioni del Paese, soprattutto quelle settentrionali, i numeri indicano piuttosto un calo demografico.
La crescita in realtà riguarda solo cinque regioni: quella di Astana con +4,76%, Šimkent +2,23%, Almaty +1,76%, la regione Almatynskaja +1,5% e quella di Mangistau +1,23%. In altre tre regioni la crescita è inferiore a quella media del Paese (Aktjubinskaja, Atyrauskaja e Akmolinskaja), mentre nelle regioni rimanenti la popolazione è in decrescita, come in quella del Kazakistan settentrionale al -1,06%, Abaj -0,8% e Ulytau -0,7%. Nelle regioni del Kazakistan settentrionale e orientale il calo avviene per parametri naturali, con la mortalità che supera la natalità, mentre diventa complesso il calcolo della crescita per flussi migratori, che rimane positiva solo nelle tre megalopoli di Almaty, Astana e Šimkent.
La popolazione cittadina è cresciuta dell’1,41%, raggiungendo quasi i 13 milioni di abitanti, mentre quella di campagna è scesa dello 0.5%, con quasi 7 milioni e mezzo, per cui la percentuale urbana risulta del 63,4% e quella dei territori extra-urbani del 36,6%. In assoluto, la densità abitativa del Kazakistan è una delle più basse del mondo, con 7,5 persone per chilometro quadrato, essendo uno dei primi dieci Paesi al mondo per estensione, ma con scarsa presenza di popolazione, riflettendo la situazione della Russia a settentrione.
A fine Ottocento il Kazakistan era parte dell’impero russo, e secondo i risultati del censimento del 1897 vivevano 3 milioni e 645 mila persone, che salivano oltre i 4 milioni contando i kazachi sparsi su altre terre imperiali. La politica zarista cercava di popolare le steppe kazache con trasferimenti di contadini russi, ma le rivolte del 1916 e la fase della rivoluzione, con le repressioni politiche e la collettivizzazione forzata portarono a una grave crisi demografica, con una percentuale di abitanti russi quasi pari a quelli kazachi. Nel 1926 si contavano 3 milioni e 627 mila persone, salite di oltre due milioni nel 1937, grazie appunto all’arrivo dei russi e anche di molti esuli e confinati tedeschi e polacchi nelle deportazioni staliniane.
Nella fase sovietica dopo la guerra il Kazakistan era arrivato quasi a 10 milioni di abitanti, secondo il censimento del 1956, ma i kazachi erano solo il 30% dell’intera popolazione della repubblica. L’ultimo censimento sovietico fu realizzato nel 1989, mantenendo le percentuali dei decenni precedenti, mentre il primo del Kazakistan indipendente ha avuto luogo dieci anni dopo, nel 1999. I risultati furono pubblicati a fine Duemila, calcolando poco meno di 15 milioni di abitanti, un milione e mezzo in meno rispetto al 1989, e la percentuale etnica cominciava a salire per i kazachi, raggiungendo il 50% circa dell’intera popolazione.
Il censimento successivo del 2009 riportava la somma degli abitanti sopra i 16 milioni, con un aumento soprattutto delle popolazioni di campagna, e un nuovo rialzo della percentuale kazaca rispetto a quella russa, intorno al 60% contro il 30% circa. Cinque anni fa, nel 2021, si è tenuto il terzo censimento dall’indipendenza, superando i 19 milioni di abitanti con una grande crescita dell’etnia kazaca e di flussi migratori da Paesi asiatici. Nel trentennio post-sovietico si è ridotta al minimo la percentuale di tedeschi, in gran parte ritornati alla patria degli avi, e i kazachi sono ampiamente al di sopra del 60%, con i russi di poco sopra al 20%, uzbeki al 2,8%, ucraini al 2,1%, uiguri 1,4% tatari 1,3%, tedeschi 1,1%, e le altre etnie al 4,5%.
La lingua più diffusa rimane quella russa, ma cresce l’uso costante di quella kazaca, in un Paese composto al 70% da musulmani sunniti e al 27% da cristiani, soprattutto ortodossi russi, ma anche cattolici e protestanti. Il futuro del Kazakistan non sta tanto nei numeri delle percentuali, ma nella scelta delle persone riguardo alla propria identità etnica, linguistica e religiosa, che si riflette anche in tensioni e accesi dibattiti sulle prospettive comuni.
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