31/12/2023, 12.17
L'ANNO CHE SI CHIUDE
Invia ad un amico

Asia: il 2023 in dieci volti da tutto il continente

Il vescovo del Myanmar costretto dall'esercito a rifugiarsi nella foresta, i ministri "scomparsi" a Pechino, il presidente del Vietnam che ha invitato papa Francesco, Pita Limjaroenrat e il cambiamento soffocato a Bangkok, l'attivista per le lavoratrici del tessile in Bangladesh, le suore accanto alle vittime della guerra a Gaza: l'anno che si chiude attraverso alcuni poersonaggi simbolo scelti da AsiaNews.

Che cosa ha rappresentato il 2023 per i popoli e per le comunità cristiane dell'Asia? Anche quest'anno AsiaNews ha selezionato dieci volti dalle diverse aree del continente per ripercorrere alcune delle storie più significative che abbiamo raccontato durante i dodici mesi che oggi si chiudono.

CELSO BA SHWE, vescovo di Loikaw (Myanmar)

Ordinato a giugno, il vescovo di Loikaw mons. Celso Ba Shwe è stato suo malgrado uno dei protagonisti di questo nuovo anno di guerra in Myanmar, il terzo dal colpo di Stato dei militari che il 1 febbraio 2021 hanno tolto di mezzo il governo democraticamente eletto. La diocesi di Loikaw, infatti, capoluogo dello Stato Kayah, è oggi uno dei luoghi più colpiti dal conflitto civile, ma anche una delle città dove è più radicata la presenza cristiana in Myanmar. Decine di migliaia di persone sono fuggite e lo stesso vescovo a novembre si è rifugiato in foresta”, dopo che i militari hanno preso il controllo della cattedrale per usarla come una propria base militare. A Nattale mons. Ba Shwe ha scritto: "Pur nella sofferenza, la Chiesa fondata da Cristo a Loikaw è viva e presente. Sappiamo che il Buon Pastore, si prende cura del suo gregge, per cui ha dato la vita". 

I MINISTRI SCOMPARSI IN CINA

Il 2023 a Pechino è stato l’anno delle nuove clamorose “purghe” nei palazzi del potere ad appena pochi mesi dal XX Congresso del Partito comunista cinese che nell’ottobre 2022 avrebbe dovuto dare l’immagine di una leadership incontrastata per Xi Jinping. La scure della “campagna anticorruzione” ha colpito funzionari ad ogni livello, dai generali responsabili del sistema missilistico al capo del dipartimento per gli affari religiosi. Ma i due casi più clamorosi hanno riguardato due politici di primo piano: dal 25 giugno è letteralmente scomparso il ministro degli Esteri in quel momento in carica Qin Gang, ex ambasciatore a Washington, ritenuto un fedelissimo del presidente. Sostituito nel suo ruolo con il ritorno dell’esperto Wang Yi, di lui non si ha più alcuna notizia e fonti di intelligence ipotizzano addirittura la sua morte dopo che i servizi segreti russi lo avrebbero accusato di aver passato informazioni agli Stati Uniti. La stessa sorte è accaduta a ottobre al ministro della Difesa Li Shangfu che non appare in pubblico dal 26 agosto e proprio ieri è stato sostituito ufficialmente. Tutto questo è accaduto nell’anno delle difficoltà sempre più evidenti dell’economia cinese, che hanno portato Pechino a decidere persino di non diffondere più i dati sulla disoccupazione giovanile.

VLADIMIR KARA-MURZA (Russia)

Venticinque anni carcere per “tradimento” e attività da “agente straniero”. È la condanna comminata in aprile dal tribunale di Mosca a Vladimir Kara-Murza, 42enne pubblicista e docente universitario, considerato dopo Alexei Naval’nyj il secondo maggiore oppositore in Russia di Vladimir Putin, che nel marzo 2024 si appresta a correre indisturbato per un nuovo mandato presidenziale. Già presidente della Fondazione Boris Nemtsov per la libertà in Russia, da giornalista televisivo teneva trasmissioni regolari tra il 2019 e il 2022. Dopo aver criticato l’invasione dell’Ucraina Kara-Murza è in carcere dall’11 aprile 2022. Dalla sua cella è riuscito a far uscire un documento intitolato “La Chiesa e la guerra” che è un duro atto d’accusa nei confronti del patriarcato di Mosca, nel quale difende i sacerdoti che vengono puniti per le loro prese di posizione sull’inammissibilità dello spargimento di sangue in atto in Ucraina.

PITA LIMJAROENRAT (Thailandia)

Volto nuovo della politica thailandese, Pita Limjaroenrat sembrava destinato a diventare premier dopo le elezioni di maggio, in cui il suo partito, il progressista Move Forward Party, ha ricevuto il maggior numero di voti, grazie soprattutto al sostegno dei giovani, che da tempo chiedono una riforma della legge sulla lesa maestà, utilizzata dal governo per sopprimere il dissenso e le attività degli oppositori. Lelite conservatrice, monarchica e filo-militare, ha però opposto resistenza al cambiamento e, dopo aver screditato Pita accusandolo di diversi reati, ha nominato come primo ministro Sretta Thavisin del partito Pheu Thai della famiglia Shinawatra, in un'inedita alleanza con gli ex-nemici di ieri.

VO VAN THUONG (Vietnam) 

Eletto a marzo, il presidente vietnamita Vo Van Thuong è simbolo del nuovo corso fra Hanoi e Santa Sede che dovrebbero portare al riconoscimento ufficiale e piene relazioni, interrotte nel 1975. Lultimo passo è di metà dicembre, quando il capo dello Stato ha inviato una lettera in Vaticano contenente linvito ufficiale a visitare il Paese per papa Francesco. In precedenza, presidente e pontefice si erano incontrati a Roma a luglio, per la firma dellAccordo che, dopo anni di negoziati, ha aperto la strada alla presenza di un rappresentante permanente della Santa Sede. Nel comunicato congiunto vi è un riferimento allessere buoni cattolici e buoni cittadini”, passaggio chiave in una nazione comunista e che resta un nodo irrisolto nei rapporti con la Cina. In questottica, il lavoro compiuto da Hanoi e Vaticano rappresenta un percorso ideale da seguire. Lannuncio del governo è giunto a margine della visita che Vo Van Thuong ha compiuto alla vigilia del Natale allarcidiocesi di Hue, la Chiesa locale in cui ha sede anche il santuario di Nostra Signora di La Vang. 

LICIPRIYA KANGUJAM (India)

In India il 2023 è stato segnato dalle gravi violenze interetniche nello Stato nord-orientale del Manipur. Da quando sono scoppiati gli scontri a maggio si è registrata la morte di quasi 200 persone, mentre sono circa 50mila gli sfollati interni: i Kuki, a maggioranza cristiana, che tradizionalmente abitano le zone collinari, hanno lasciato le loro case nei villaggi più vicini alla pianura allo stesso modo dei Meitei, in prevalenza indù, che occupano soprattutto la Valle di Imphal ma che hanno abbandonato i distretti a maggioranza Kuki. Si tratta di uno scontro in cui la dimensione etnico-religiosa si intreccia al problema di un’equa distribuzione e gestione delle terre in un’area poverissima. Ed è in questo contesto dove pace e giustizia ambientale si intrecciano che si inserisce l’impegno in Manipur di Licypriya Kangujam, che con i suoi 12 anni è una delle più giovani attiviste del movimento globale dei giovani per la lotta al cambiamento climatico. Nel mese di giugno è stata ricevuta in udienza in Vaticano da papa Francesco. In quell’occasione, parlando del Manipur, ha detto che “i bambini sperano disperatamente nella pace. Dovremmo vivere in pace e armonia, insieme”.

KALPONA AKTER (Bangladesh) 

Lavoratrice sfruttata nelle fabbriche del tessile fin da bambina, Kalpona Akter non ha mai smesso di lottare per i diritti delle donne impegnata nella più importante industria del Bangladesh, che rifornisce di prodotti vestiari i più grandi marchi di abbigliamento internazionali. Fondatrice del Bangladesh Center for Worker Solidarity, chiede salari equi e maggiore sicurezza nelle fabbriche. Istanze che negli ultimi mesi sono state raccolte anche dallopposizione, rappresentata dal Bangladesh Nationalist Party, formazione politica che da mesi chiede alla prima ministra Sheikh Hasina al potere listituzione di un governo neutrale in vista delle elezioni del prossimo anno. Dopo il rifiuto della premier, sono aumentati gli scontri e gli scioperi dei lavoratori e dei sostenitori del partito.

LE SUORE DI GAZA

Le suore di sono volto e simbolo della presenza cristiana in una Striscia insanguinata dalla guerra lanciata da Israele contro Hamas, in risposta allattacco terrorista del 7 ottobre. Le Missionarie della Carità, le relgiose di Madre Teresa, sono presenti da 50 anni e sono una delle tre delle congregazioni femminili presenti insieme alle suore del Verbo Incarnato e a quelle di Nostra Signora del Rosario. Hanno scelto tutte di restare, nonostante la possibilità di evacuazione. Assieme al vice-parroco p. Youssuf Asad - il parroco p. Gabriel Romanelli è bloccato fra Gerusalemme e Betlemme dove si trovava quando è scoppiato il conflitto e non gli è permesso di tornare - si prendono cura di oltre 700 persone rifugiate nella Sacra Famiglia, unica chiesa cattolica della Striscia. Fra queste vi sono anche una sessantina di disabili o con problemi psico-fisici, di cui si prendono cura le religiose. Nemmeno loro sono state risparmiate dal conflitto, visto che la casa è stata assediata dallesercito in una operazione di guerra e, la sera prima della morte di due donne cristiane colpite da un cecchino israeliano il 16 dicembre, i carri armati avevano preso di mira listituto provocando danni e ferendo a una gamba una religiosa.

ANTUAN ILGIT (Turchia)

Primo gesuita - e primo vescovo - di origini turche, nato in Germania e convertito dallislam: il 51enne mons. Antuan Ilgit, ausiliare del Vicariato apostolico dAnatolia, è il voto della rinascita della Chiesa turca, che sottolinea da tempo limportanza delle vocazioni locali per sostenere il cammino di evangelizzazione. La nomina da parte di papa Francesco è anche segno di attenzione e vicinanza a una comunità colpita dal terremoto del 6 febbraio 2023, devastando il cuore del cristianesimo locale: Antiochia, una città fantasma dopo il sisma. Proprio nelle fasi successive alla scossa principale, mons. Ilgit aveva raccolto lEucaristia dal tabernacolo tra le macerie della cattedrale di Iskenderun. La scorsa estate ha incontrato il pontefice assieme a un gruppo di ragazzi e ragazze dellAnatolia, per la Giornata mondiale della gioventù a Lisbona, in Portogallo. Essere speranza per i terremotati, ricostruendo cattedrale e case, assistendo i rifugiati” le urgenze della missione, come raccontato ad AsiaNews il giorno della nomina, che ha definito segno di fiducia del papa nei giovani di una Chiesa che, finora, è stata in maggioranza straniera”.

SAO ICHIKAWA (Giappone)

Alla nascita le è stata diagnosticata una miopatia congenita, una malattia incurabile che colpisce i muscoli. Per questo Saō Ichikawa è cresciuta in carrozzina e dai 14 anni, per respirare, usa un macchinario. Partendo dalla sua esperienza personale a 43 anni ha pubblicato il suo primo romanzo Hanchibakku (Gobba): un'opera umoristica che racconta la disabilità, mette in risalto e critica anche, i privilegi delle persone normodotate. Con questo libro ha vinto quest’anno il premio letterario giapponese Akutagawa: è la prima persona con disabilità a ottenere il prestigioso riconoscimento.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Poso, violenze anticristiane: estremisti incendiano una chiesa protestante
23/10/2012
Avvistata in un porto somalo la petroliera saudita dirottata
18/11/2008
P. Gheddo: I dieci anni di AsiaNews
24/01/2014
Bangkok: Pita lontano dalla maggioranza, parlamento sconfessa le urne
13/07/2023 14:29
Bangkok, coalizione respinge proposta filo-militari per governo di unità nazionale
02/06/2023 13:04


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”