15/03/2023, 12.09
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Honduras, Micronesia: è ‘guerra diplomatica’ tra Pechino e Taiwan

Honduregni pronti ad abbandonare Taipei e a passare nel campo cinese. Dal 2016 Xi Jinping ha già strappato otto alleati diplomatici ai taiwanesi. Fari puntati anche sul Paraguay. Taiwan non sta a guardare: potrebbe ottenere il riconoscimento diplomatico del governo micronesiano, che vuole rompere con la Cina.

Pechino (AsiaNews) – È in corso una vera e propria “guerra diplomatica” tra Cina e Taiwan, pronte a strapparsi a vicenda riconoscimenti formali da altri Stati. La presidente dell’Honduras Xiomara Castro ha dichiarato ieri di aver dato indicazioni al suo ministro degli Esteri di stabilire relazioni diplomatiche ufficiali con la Cina.

Anche se la leader di Tegucigalpa non ha chiarito se la mossa implicherà la rottura dei rapporti diplomatici con Taipei, un risultato di questo tipo sarà inevitabile.  La Cina considera Taiwan una “provincia ribelle”, e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente da Pechino dal 1949; all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912.

Il governo cinese non instaura legami diplomatici formali con un altro Stato se questo non disconosce il carattere statuale di Taiwan. Prima della sua vittoria elettorale nel novembre 2021, Castro aveva dichiarato la volontà di rompere con Taipei per abbracciare Pechino, un proposito che aveva poi in apparenza accantonato.

Con la eventuale rottura dell’Honduras, Taipei manterrebbe relazioni diplomatiche piene con soli 13 Stati, tra cui il Vaticano. Dall’insediamento nel 2016 dell’attuale presidente taiwanese Tsai Ing-wen, che agli occhi della leadership cinese è una pericolosa secessionista, Pechino ha strappato all’isola otto partner diplomatici: Burkina Faso, Panama, São Tomé e Príncipe, Repubblica Dominicana, El Salvador, Isole Salomone, Kiribati e Nicaragua (l’ultimo, nel dicembre 2021).

L’Honduras sarebbe il nono, mentre da tempo circolano voci su pressioni cinesi anche verso la Santa Sede. Anche il Paraguay potrebbe passare nel campo cinese se alle presidenziali di aprile vincerà il candidato di opposizione Efrain Alegre.

Quella cinese è una strategia per limitare ancor di più lo spazio internazionale di Taiwan, che però è pronta a rispondere. Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Federati della Micronesia, David Panuelo, ha annunciato la volontà del suo governo di allacciare rapporti diplomatici con Taipei e di interromperli con Pechino. Egli ha sottolineato in “tutta sincerità” che il cambio arriverebbe con un esborso taiwanese di 50 milioni di dollari per le necessità finanziarie della sua nazione.

Con data 9 marzo, Panuelo ha inviato una lettera ai suoi colleghi del sud Pacifico accusando Pechino di aver scatenato una “guerra politica” nei confronti della sua amministrazione, con tentativi di corruzione e operazioni di spionaggio.

La Micronesia ha un accordo di libera associazione con gli Usa ed è tra gli Stati insulari del Pacifico meridionale che a maggio hanno respinto  l’offerta cinese di un grande patto regionale su commercio e sicurezza.

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