12/09/2025, 08.41
TAGIKISTAN
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I simboli dell’indipendenza del Tagikistan

di Vladimir Rozanskij

Le celebrazioni dei 34 anni dalla ritrovata autonomia del Paese con la fine dell'Unione Sovietica sono stati a Dushanbe l'occasione per riscoprire i significati che stanno dietro alla bandiera, allo stemma del Paese e al suo inno nazionale, la cui melodia si rifà a una lunga tradizione musicale locale.

Dushanbe (AsiaNews) - Il Tagikistan ha festeggiato in questi giorni i 34 anni della sua indipendenza, dopo la fine dell’Unione Sovietica, esaltando i simboli espressi dalla propria bandiera, dallo stemma e dall’inno nazionale, mettendo insieme colori, stelle e melodie di un passato ancora più lontano rispetto al 1991, come espressioni della ricca cultura del popolo tagico. Lo status e l’ordine di utilizzo di questi elementi sono fissati nella legislazione del Paese, fin dalla costituzione e dalla legge “Sui simboli statali della repubblica del Tagikistan”.

La bandiera nazionale è stata approvata ufficialmente il 24 novembre 1992, con tre strisce orizzontali di colori rosso, bianco e verde, al centro dei quali è riprodotta una corona e sette stelle. Ogni striscia di colore ha il suo significato specifico: il rosso è il simbolo della lotta e del sacrificio del popolo tagico per la libertà e l’indipendenza, il bianco indica la purezza, la giustizia e la pace, mentre il verde è il colore della fertilità, della bellezza della natura e dell’agricoltura del Tagikistan, un segno di prosperità e un futuro felice.

La corona con le sette stelle al centro della bandiera riflettono la statualità e l’antica storia dei tagichi; le stelle ricordano le sette regioni storiche del Paese, ma anche le sette stelle brillanti che hanno un particolare significato nella cultura tagica. Secondo la legge, la bandiera sventola perennemente sui palazzi della residenza ufficiale del presidente, del parlamento del Madžlis Oli, del governo, dei tribunali, dei ministeri, delle rappresentanze diplomatiche e viene esposta nelle sale degli incontri pubblici più importanti, permettendo ai cittadini di usare la bandiera anche durante le manifestazioni non statali.

Lo stemma del Tagikistan è descritto nel terzo capitolo della legge, come simbolo di identità nazionale e statale, approvato il 28 dicembre 1993. Esso consiste nella rappresentazione di una corona, delle sette stelle, del sole che sorge, delle montagne innevate, delle spighe di grano e degli steli del cotone. Nella parte inferiore è collocato un libro aperto, simbolo della conoscenza e della cultura letteraria del Paese, che accompagna i segni dell’indipendenza, del lavoro agricolo e del futuro radioso di un territorio forte e montuoso, ricco del cotone che costituisce la principale coltivazione tagica. Questi elementi nel loro insieme “riflettono le grandi aspettative del popolo: vivere nella pace e raggiungere il benessere economico e culturale.

Secondo l’art. 8, lo stemma va istallato sulle facciate di tutti gli organi statali, sulle pareti degli uffici dei dirigenti e sui documenti, moduli e timbri ufficiali. Nella composizione con gli stemmi delle varie associazioni pubbliche e delle altre persone giuridiche, sia pubbliche che private, questi non dovranno superare le dimensioni dello stemma statale, che va sempre collocato sul lato sinistro.

Il testo dell’inno nazionale è stato scritto dal poeta popolare Gulnazar Keldi, morto nel 2020 all’età di 75 anni, ed è stato approvato il 7 settembre 1994, applicato alla melodia musicale dell’inno della repubblica socialista sovietica del Tagikistan del 1946, il cui autore era stato il compositore sovietico Sulejman Judakov (1916-1990). Lo stesso Keldi ricordava che “negli anni sovietici si diceva sempre che la musica più bella degli inni tra le 15 repubbliche sovietiche era quella del Tagikistan”, scrivendo un testo che sostituiva l’inno sovietico che esaltava il partito, il popolo sovietico e la personalità di Vladimir Lenin.

Nel nuovo testo, approvato dopo un vasto concorso, non si parla di partiti, gruppi etnici o religioni, ma si esalta la “Dignità della nostra terra / che la tua felicità e il tuo Stato non vengano toccati / Abbiamo attraversato i secoli / per vivere nella Patria libera del Tagikistan! / Tu sei la nostra unica Madre / e grazie a te noi amiamo il mondo intero”.

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