06/10/2025, 14.03
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Il giapponese Sakaguchi tra i Nobel per la medicina

L'immunologo dell'Università di Osaka il riconoscimento ha ricevuto il prestigioso riconoscimento insieme a due colleghi americani per i loro studi sul sistema immunitario. Il suo auspicio: "Incoraggi nuove applicazioni per la cura del cancro e la prevenzione dei rigetti nei trapianti". Con lui diventano 29 i giapponesi insigniti del Nobel (6 quelli per la Medicina).

Stoccolma (AsiaNews/Agenzie) - “Questo premio incoraggerà sia gli immunologi sia i medici ad applicare le cellule T regolatorie (Tregs) nel trattamento delle malattie del sistema immunitario, nel controllo dell’immunità nei confronti del cancro, o nei trapianti, o per ottenere trapianti di organi migliori o più sicuri prevenendo il rigetto dell’organo. Se potessimo contribuire un po’ a questo sviluppo, sarebbe molto bello”.

L'immunologo giapponese Shimon Sakaguchi ha commentato con queste parole oggi l’annuncio del Premio Nobel per la medicina a lui assegnato insieme ad altri due scienziati americani per i risultati delle loro ricerche sul tema della tolleranza immunitaria periferica.

Sakaguchi, 74 anni, docente all'Università di Osaka, scoprì nel 1995 una nuova classe di linfociti T, cellule che giocano un ruolo fondamentale nel sistema immunitario. “Sakaguchi stava nuotando controcorrente - ha scritto il Comitato Nobel in un tweet a commento dell’assegnazione del Nobel -. All’epoca, molti ricercatori erano convinti che la tolleranza immunitaria si sviluppasse solo grazie all’eliminazione delle cellule immunitarie potenzialmente dannose nel timo, attraverso un processo chiamato tolleranza centrale. Sakaguchi ha dimostrato che invece il sistema immunitario è più complesso e ha scoperto una classe di cellule immunitarie fino ad allora sconosciuta, che protegge l’organismo dalle malattie autoimmuni”.

Insieme a lui il Premio Nobel per la medicina è stato assegnato agli americani Mary Brunkow, dell’Institute for Systems Biology di Seattle, e Frederick Ramsdell, di Sonoma Biotherapeutics, che hanno portato avanti questi studi gettando le premesse per potenziali trattamenti medici che alimentano le speranze di poter curare o trattare le malattie autoimmuni, offrire terapie più efficaci contro il cancro e prevenire gravi complicazioni dopo i trapianti di cellule staminali.

“Le loro scoperte sono state decisive per la nostra comprensione di come funziona il sistema immunitario e del motivo per cui non sviluppiamo tutti gravi malattie autoimmuni”, ha dichiarato Olle Kampe, presidente del Comitato Nobel.

Con Sakaguchi diventano 29 i giapponesi insigniti di un premio Nobel (comprendendo anche quelli che hanno acquisito la cittadinanza statunitense). È il sesto giapponese a vincere il premio Nobel per la Medicina: l’ultimo prima di lui era stato il professor Tasuku Honjo, dell’Università di Kyoto, nel 2018.

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