30/08/2023, 14.22
PAKISTAN
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Punjab: polizia sventa un nuovo attacco anti-cristiano per (falsa) blasfemia

Una vicenda avvenuta nel villaggio di Dhok Syedan e che ricorda quanto avvenuto a metà mese a Jaranwala, con la distruzione di 26 chiese e oltre 200 case. A scatenare la minaccia di assalto un tentativo di estorsione contro una famiglia da parte di un convertito all’islam. Fra i cristiani “paure latenti” e sensazione diffusa di “vulnerabilità”.

Rawalpindi (AsiaNews) - Un’accusa pretestuosa di blasfemia dietro la quale si cela un tentativo di estorcere denaro stava per innescare un nuovo attacco contro i cristiani sulla scia di quanto successo a metà agosto a Jaranwala, con la distruzione di oltre 200 case e 26 chiese. Tuttavia, l’immediato intervento della polizia - come non sempre avviene - ha permesso di scongiurare una ulteriore tragedia, mentre resta irrisolta la questione legata all’uso distorto delle leggi che puniscono quanti profanano il Corano o insultano il profeta Maometto. Reati che vengono puniti con il carcere a vita o la pena capitale ma che, in diversi casi, sfociano in omicidi extra-giudiziali (anche in carcere) o veri e propri assalti di folle inferocite contro persone inermi o obiettivi indifesi.

Teatro della vicenda avvenuta nei giorni scorsi il villaggio di Dhok Syedan, situato nei pressi di Sheikhpur e Mohra Hayat, a Rawalpindi, nella provincia del Punjab. Fonti locali raccontano che a scatenare la minaccia di abbattere le case dei cristiani, vi era un tentativo di estorsione nei confronti di una famiglia della zona, per mano di un individuo che si era convertito all’islam in passato. Nel tentativo di alimentare confusione e aizzare gli abitanti della zona, l’uomo ha lanciato minacce e invitato ad attaccare i beni e le proprietà dei cristiani, del tutto ignari della tentativo di ricatto. 

In questo caso il pronto intervento della polizia ha permesso di sventare la minaccia e di evitare una catastrofe, ma ha confermato una volta di più l’urgenza di affrontare - sul piano politico e legislativo - il tema delle norme sulla blasfemia e gli abusi a esse collegato. L’incidente ha anche provocato la reazione indignata di leader religiosi e civili, che denunciano le condizioni di terrore in cui spesso sono costretti a vivere i cristiani e la necessità di rafforzare la convivenza e l’armonia sotto il profilo comunitario.

Liaqat Masih, pastore di una chiesa protestante locale, riferisce in una intervista che “avevamo già allertato i funzionari” locali e la pronta risposta delle forze dell’ordine “è stata fondamentale”. Gli abitanti, prosegue il leader cristiano, “sono impauriti e molti hanno lasciato le loro case come misura precauzionale”. Il ministro federale per i Diritti umani Khalil George in visita nell’area ha detto che “voci di questo tipo sono destinate a fomentare tensioni tra musulmani e cristiani. Dobbiamo rimanere vigili e non soccombere a voci infondate”. Con il ministro era presente anche l’alto funzionario di polizia Muhammad Waqas Khan, che ha incontrato i residenti e cercato di tranquillizzarli in tema di sicurezza. “I cittadini - ha aggiunto - dovrebbero astenersi dal reagire a voci infondate, che possono seminare un inutile panico”.

Juliet Chowdhry, della British Asian Christian Association, ricorda come lo “straziante incidente” di Jaranwala ha investito tutta la comunità cristiana locale e le “paure latenti” alimentate da una sensazione diffusa di vulnerabilità”. “L’affermazione secondo cui i cristiani - conclude - dovrebbero semplicemente ignorare voci infondate è semplicistica, soprattutto alla luce delle pericolose conseguenze che tali voci possono comportare. È stato dimostrato che queste falsità infiammano individui radicalizzati, alimentando l’intolleranza all’interno di alcuni segmenti della popolazione musulmana e contribuendo a un’atmosfera già instabile”.

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