21/05/2007, 00.00
LIBANO
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Tripoli, nuovi scontri fra esercito libanese e Fatah Islam

Si combatte ancora nella città del nord dopo le violenze di ieri fra esercito e militanti del gruppo palestinese legato ad al Qaeda. Condanna unanime delle forze politiche e della popolazione. Anche il Mufti sunnita accusa il gruppo di “usare” l’Islam. La condanna del Patriarca Sfeir.

Tripoli (AsiaNews) – L’esercito libanese ha ripreso stamane a bombardare nella città di Tripoli le basi di Fatah Islam, un gruppo legato ad Al Qaeda. L’offensiva è ripresa poche ore dopo alcuni violentissimi scontri nella giornata di ieri, che hanno ucciso almeno 22 soldati e 17 militanti palestinesi.

Gli scontri fra l’esercito e il gruppo Fatah Islam sono iniziati nella città di Tripoli (nord Libano) e poi nel campo profughi di Nahr el-Bared, che ospita 40 mila palestinesi. Secondo osservatori, questa è la battaglia più violenta in cui è implicato l’esercito libanese negli ultimi dieci anni.

La scintilla che ha scatenato gli scontri è stato un attacco dei militanti contro alcuni soldati che volevano arrestare alcuni membri del gruppo implicato in una rapina. Il Fatah Islam è sospettato di avere legami con al Qaeda.

Con l’intervento di rinforzi dall’esercito, e l’entrata in gioco di altri militanti, la battaglia si è diffusa in alcuni quartieri di Tripoli e nel campo profughi di Narh el-Bared.

Fino a ieri, secondo le forze di sicurezza, il bilancio è di 22 soldati uccisi, 19 feriti, 14 poliziotti feriti. Fra i militanti si parla di 10 uccisi, fra cui uno dei capi, Abu Yazan. Alcuni medici affermano che fra i morti vi sono anche 17 civili palestinesi, fra cui 3 donne e 4 bambini.

Il governo di Fouad Sinora ha affermato che andrà fino in fondo per ripulire il nord del Libano dal terrorismo. Secondo personalità del governo, Fatah Islam è sostenuto anche dalla Siria ed è usata per minare la stabilità del governo. Il gruppo è accusato di essere responsabile di diversi attacchi terroristi a Beirut.

Le violenze di ieri e oggi aggiungono instabilità al Paese, immerso in una profonda crisi politica con il governo di Sinora in stallo forzato grazie al boicottaggio dei gruppi d’opposizione raccolti attorno ad Hezbollah.

La maggioranza dei libanesi sostiene l’operato dell’esercito. Anche il Mufti della repubblica, sheikh Mohammed Gabbani, la più alta autorità religiosa sunnita ha condannato “l’aggressione” commessa da “fuorilegge che si riferiscono all’Islam, ma che umiliano i suoi principi”.

il Patriarca maronita card. Nassrallah Sfeir ha condannato gli attachi di domenica, chiedendo ai responsabili di assicurare la pace per tutti, e ha detto che "questi scontri minacciano la stabilita nel paese  [e] sono prodotti dai nemici del paese e della verita".Gli scontri di domenica sono stati acompagnati in tarda serata dall'esplosione di un auto-bomba al centro comerciale ABC, nel quartiere cristiano di Achrafieh, causando la morte di una donna, Leila Mokbel, ed il ferimento di 15 persone. Nello scoppio è andata distrutta la scuola elementare "Zahret el Ehsan" e piu di 15 auto sono bruciate, machine, senza contare la rottura dei vetri alle finestre di tutte le case vicine.

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