La malattia di Kadirov e il colpo di mano dell'azero Aliev che spazza via l'enclave armena hanno dominato la settimana. Mentre Baku fa pesare in Europa la forza acquisita a spese di Mosca nel mercato del gas, il Cremlino lascia fare accusando gli armeni di aver troppo flirtato con gli occidentali. Cercando di non perdere dopo l'Ucraina anche il Caucaso, il suo “lato mediorientale”.
Sorge in una missione dell'Andhra Pradesh avviata nel 1942. Il nunzio apostolico mons. Leopoldo Girelli all'inaugurazione: "I santuari ci ricordano che la Chiesa non nasce da noi, ma dall'iniziativa di Dio".
La protesta pubblica di 500 rappresentanti delle minoranze religiose contro l'Awami League a quattro mesi dalle elezioni. Gli impegni presi nel 2018 per i loro diritti non sono stati trasformati in legge dal governo e anche per questo in molti continuano a lasciare il Paese. Il cattolico Nirmol Rozario: "Difendiamo la nostra esistenza".
La nuova legge, chiamata Nari Shakti Vandan Adhiniyam, riserva alle donne un terzo dei seggi della Camera bassa ma resta difficile prevedere se migliorerà davvero la partecipazioni femminile ai "piani alti" della politica. I posti riservati sono in conflitto con quelli dedicati alle persone provenienti dai gruppi svantaggiati. Le rappresentanti politiche sono un punto di riferimento sul piano locale, ma spesso per arrivare ai seggi parlamentari servono tempo, soldi e legami familiari.
Dall'Algeria al Libano, da Gerusalemme al Marocco vescovi e giovani di fedi diverse a confronto in un crocevia delle migrazioni per immaginare percorsi nuovi di convivenza. L'esperienza dei percorsi avviati nel quartiere Solidarité dove il 90% della popolazione è di origine maghrebine o subsahariane. Al pontefice sarà consegnato anche un Manifesto per una Teologia dal Mediterraneo stilato dai rappresentanti di 17 istituzioni che si affacciano sulle cinque rive del mare.
Il bilancio ufficiale parla di 3300 morti, ma le vittime reali potrebbero superare quota 20mila, almeno 43mila gli sfollati. Per la procura ad alimentare la tragedia il mancato intervento di una compagnia turca nell’opera di ristrutturazione degli impianti. La presenza di Ankara sullo scenario libico è solo la punta dell’iceberg di una radicalizzazione economica e politica nel continente.