04/08/2023, 11.51
VATICANO - GMG
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Lisbona: la Gmg ‘entusiasta’ dei giovani cattolici cinesi (e turchi) col Papa

Alle giornate è presenti circa 50 giovani provenienti dalla Cina Continentale. La testimonianza “dell’attenzione” della Chiesa per il Paese e i suoi fedeli, oltre le difficoltà. Ieri il papa ha ricevuto un gruppo di giovani turchi provenienti dalle zone colpite dal terremoto di febbraio. L’incontro con il mondo della carità e del volontariato, in cui esalta un amore “concreto, che si sporca le mani”.

Lisbona (AsiaNews) - La Giornata mondiale della Gioventù è occasione per raccontare storie personali in una Chiesa che ha “posto per tutti”, per condividere esperienze in cui ciascuno, come ha sottolineato ieri il papa all’inaugurazione, è protagonista di un evento in cui è “chiamato per nome”. Questo vale per lo sparuto gruppo di cattolici cinesi che, nonostante le difficoltà, sono riusciti a raggiungere il Portogallo per partecipare all’evento e per i ragazzi turchi ricevuti ieri in nunziatura dal pontefice per un incontro privato. Un momento toccante, soprattutto per quanti provenivano dalle zone dell’Anatolia colpite dal devastante terremoto del 6 febbraio scorso e che hanno trovato nell’abbraccio con Francesco una fonte di gioia e consolazione. 

Tornando ai cattolici cinesi, quando le imprese si presentano “difficili, complicate” realizzarle diventa ancora più bello. Anche per questo ha un valore particolare la presenza di circa 50 giovani alla Gmg in programma a Lisbona fino al 6 agosto, un gruppo caloroso e colorito che, nei giorni scorsi, si è fatto notare per una marcia con tanto di bandiera sventolata con orgoglio (nella foto) nelle vie della capitale. “Venire - racconta ad AsiaNews un sacerdote cinese che vive in Italia - non è stato facile. L’Associazione patriottica [organismo “ufficiale” della Chiesa cinese, controllato dal Partito comunista] poco ha fatto” per favorirne la loro presenza, a partire dagli alloggi che “sono molti costosi in questi giorni”.

Il gruppo di giovani turchi e cinesi è parte del milione e più di giovani da tutto il mondo che ha risposto alla chiamata del papa, per partecipare alla XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù. “I cattolici cinesi - racconta una fonte di AsiaNews, che li ha incontrati per le vie di Lisbona - sono molto entusiasti” di prendere parte a questo evento della Chiesa globale. “Un ragazzo della provincia dell’Hebei - prosegue - ha detto che ‘siamo venuti qui come singoli individui’. Ci siamo registrati sul sito web della Gmg” mentre la diocesi di appartenenza non ha fornito particolare sostegno materiale, spirituale e organizzativo e per questo “abbiamo ripiegato su un visto turistico” per giungere in Portogallo. “Sono felice - ha proseguito - che alcuni miei connazionali siano riusciti ad arrivare a Lisbona. In questo modo anche la Cina è rappresentata sul terreno e non siamo assenti da questo importante evento”, a differenza di altri grandi incontri o raduni del passato. Il prete si è già recato a Fatima dove domani si recherà lo stesso papa Francesco, per celebrare una messa con alcuni sacerdoti di nazionalità diversa. “Alla fine della messa - conclude - uno di loro mi ha domandato se vi sono cinesi qui [a Lisbona, alla Gmg]. Ciò testimonia l’attenzione della Chiesa universale per la Cina, anche se la loro presenza è poca in termini numerici”. 

Anche oggi l’agenda del papa alla Gmg - aperta ufficialmente ieri nel tardo pomeriggio al Parque Eduardo VII con il patriarca di Lisbona e oltre 500mila giovani - presenta diversi impegni, partendo dalle confessioni di alcuni ragazzi al Giardino Vasco da Gama. A seguire l’incontro coi rappresentanti di alcuni centri di assistenza e carità al Centro Paroquial de Serafina, infine il momento più importante, in serata, con la via Crucis coi giovani sempre al parco che ha ospitato ieri la cerimonia di inaugurazione. Nell’occasione il papa, dopo aver salutato il card. Manuel José Macário do Nascimento Clemente, si è rivolto ai presenti sollecitandoli a sperimentare la gioia dell’accoglienza e dell’aprirsi al colloquio con il Signore per essere testimoni della sua vicinanza. Il pontefice ha poi esortato a guardarsi dai “lupi” nascosti dietro ai “sorrisi di falsa bontà” e fare attenzione alle “illusioni del virtuale”. 

Oggi, incontrando il mondo del volontariato e della caritativa da sempre caro al pontefice argentino (presente anche il presidente della Repubblica, come in tutti gli altri eventi pubblici), ha ricordato l’episodio della Vergine Maria che va ad aiutare l’anziana parente Elisabetta. Un gesto che è segno di una carità che è origine e meta del cammino cristiano, una presenza che è “amore in azione”. Di questo cammino, Francesco sottolinea “tre aspetti: fare il bene insieme, agire concretamente e stare vicini ai più fragili”. Il primo accento viene posto sulla parola “insieme” che riguarda il “vivere, aiutare e amare” e che abbraccia “giovani e adulti, sani e malati, insieme” cui accompagna l’invito a non “lasciarci ‘definire’ dalla malattia o dai problemi”. Il secondo invito è ad “gire concretamente” perché la Chiesa “non è un museo di archeologia” ma è “fontana” che “dà acqua” oggi come in passato. “Quando - racconta il papa - non si perde tempo a lamentarsi della realtà, ma ci si preoccupa di andare incontro ai bisogni concreti, con gioia e fiducia nella Provvidenza, accadono cose meravigliose” come le numerose iniziative promosse dai centri di assistenza e carità portoghesi protagonisti dell’incontro.

A questo punto il papa interrompe la lettura del discorso per problemi all’impianto di illuminazione che non gli permettono di vedere con chiarezza il testo, decidendo di concludere con una riflessione a braccio che parte proprio dalle realtà incontrate. Il pontefice ricorda che “non vi è amore platonico”, perché l’amore “è concreto, si sporca le mani”. Egli non risparmia critiche durissime a quanti provano “schifo” di fronte a un malato, quando qualcuno dice “mi ha schifo la povertà. Quante vite inutili - prosegue Francesco - che passano senza lasciare traccia”, ma qui “abbiamo realtà” come quella che si occupa dei bambini malati di cancro e i loro genitori che “lasciano una traccia. Non esiste la Gmg senza questa realtà, senza sporcarsi le mani” e agendo in questo modo si genera “la vita” e di questo “vi ringrazio”.

(Ha collaborato John Ai)

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