09/12/2010, 00.00
COREA
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Pyongyang: “L’attacco all’isola. Colpa di Seoul”

Un dossier preparato dal regime del Nord punta il dito contro la Corea del Sud, che ha “provocato” l’esercito comunista “costretto a rispondere alle violazioni dei confini”.

Seoul (AsiaNews) - La Corea del Nord ha difeso oggi l’aggressione militare contro un’isola che fa parte del territorio sudcoreano. Il regime di Pyongyang punta il dito contro le “provocazioni” di Seoul, che di fatto “è il pupazzo armato di altre nazioni”: il riferimento è ovviamente agli Stati Uniti, che nei giorni scorsi hanno effettuato delle esercitazioni militari congiunte con la parte sud della penisola.

Il 23 novembre scorso, Pyongyang ha attaccato con la propria artiglieria l’isola di Yeonpyeong che secondo i confini marittimi internazionali è sotto la sovranità di Seoul. Nell’attacco sono morte quattro persone, due civili e due militari; il governo del Sud ha risposto con ottanta colpi di cannone contro le postazioni sulla costa nordcoreana.

Secondo un dossier diffuso dall’agenzia di stampa ufficiale del regime nordcoreano (Kcna), invece, Seoul “mente in continuazione sui confini marittimi che dividono i due Paesi”. Il dossier, realizzato dal Segretariato del comitato per la riunificazione pacifica della Corea, si propone di “fornire finalmente al mondo la verità e la natura dell’incidente di artiglieria nel mare occidentale della Corea”.

Per l’agenzia di Pyongyang, il dossier “rivela con evidenza chi è stato il provocatore e di chi è la colpa per l’incidente: esso rende chiaro che si è trattato di una deliberata provocazione della Corea del Sud”. Secondo il dossier, le truppe di Seoul “hanno lanciato migliaia di proiettili nelle acque territoriali dal lato della Repubblica Democratica di Corea, mettendo così in azione una provocazione che ha spinto la Repubblica Democratica di Corea a reagire militarmente”.

Ovviamente, per mantenere vivi i toni della propaganda carta al Nord, il dossier denuncia infine che “mentre Seoul è stato il provocatore, gli Stati Uniti invece sono quelli che hanno tirato i fili e sono il capo”.  

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