Vescovi filippini: cura del creato risposta a corruzione che alimenta disastri naturali
Il monito lanciato dalla Conferenza episcopale in occasione della “Stagione del creato 2025” in programma dal primo settembre al 4 ottobre. Card. David: diventare “amministratori responsabili della terra” in un “percorso di giustizia, pace e amore”. La denuncia della corruzione e del malaffare considerati “il vero disastro” che sta facendo “affondare le Filippine”.
Manila (AsiaNews) - La cura dell’ambiente è una responsabilità “comune” e “urgente”, perché riveste un’importanza primaria per l’intera collettività. È il monito lanciato dai vescovi filippini a sacerdoti, suore e cattolici del Paese, in occasione del messaggio per la “Stagione del creato 2025” che si celebra in tutto l’arcipelago dal primo settembre al 4 ottobre. Nell’occasione il card. Pablo Virgilio David, presidente della Conferenza episcopale (Cbcp), si rivolge ai fedeli invitandoli a diventare “amministratori responsabili della terra” perché la cura del creato è “un dovere morale e spirituale” oltre che “percorso di giustizia, pace e amore”. Il porporato ricorda le “molte sfide” da affrontare, partendo dal cambiamento climatico che “impatta in modo sproporzionato” soprattutto sui poveri e le comunità vulnerabili del mondo. A questo il vescovo di Kalookan aggiunge “lo sfruttamento sconsiderato“ delle risorse, un “fardello” che ricade sugli ultimi.
In queste settimane, prosegue il card. David, l’invito è a vivere con “fede e coraggio” il compito che Gesù ha affidato all’uomo di prendersi cura della terra esortando parrocchie, comunità e istituzioni ecclesiastiche a perseguire un cammino di sostenibilità e pregando per la conversione ecologica. Il suo appello è a “proteggere foreste, mari e cieli” oltre a ridurre i rifiuti e a salvaguardare la vita “per le generazioni future”, una missione che va adempiuta “ogni giorno” nella “vita quotidiana”.
Il tema della salvaguardia ecologica si accompagna alla lotta contro la corruzione e la campagna moralizzatrice che la Chiesa locale promuove da decenni per contrastare abusi e malaffare, in particolare nelle opere pubbliche che rivestono un valore profondo per l’intera collettività. Un tema sensibile in una nazione soggetta a disastri naturali come terremoti, tifoni e alluvioni, il cui effetto risulta spesso amplificato dall’incuria o dalla scarsa attenzione con cui vengono costruite strade, edifici e infrastrutture di primaria importanza. Fra queste vi sono anche i progetti governativi nella prevenzione delle inondazioni, mentre “il vero disastro” che sta facendo “affondare le Filippine” per il card. David è “il tradimento della fiducia pubblica”. La corruzione, avverte, è come “un’alluvione che sommerge il nostro futuro”.
Analizzando il tema delle opere pubbliche, il presidente del vescovi ha messo in dubbio anche la “credibilità” dell’indagine promossa dal Senato sulle presunte anomalie interne al Dipartimento dei lavori Pubblici e delle Autostrade (Dpwh). “È in corso un’inchiesta al Senato sulla corruzione nei progetti di controllo delle inondazioni. Ma siamo onesti: i politici possono indagare in modo credibile proprio sul sistema di cui molti di loro beneficiano?” ha scritto il porporato. Egli ha poi ricordato le rivelazione sulla cosiddetta “anatomia della corruzione” nei progetti infrastrutturali, dicendo che commissioni ed esperti svuotano le casse lasciando solo “il 40% circa, o anche meno, per il bilancio”. Un capitale sin troppo esiguo per l’effettiva implementazione di progetti efficaci e credibili, che favoriscono - e alimentano - la catena di successivi interventi la quale diventa anch’essa fonte di guadagno e malaffare.
Fra quanti invocano e sostengono la conversione ecologica e la cura della terra, la casa comune, vi è anche mons. Gerardo Alminaza vescovo della diocesi di San Carlos e presidente della Commissione di pastorale sociale della Cbcp. Nel suo messaggio, che unisce i temi della pace e della creazione, il prelato ricorda che tutti sono chiamati a piantare “i semi della speranza e della pace”. Ci sono così tanti conflitti nel mondo oggi, e tutti ne sono colpiti, specialmente le comunità emarginate. “Non stiamo rinunciando alla nostra speranza. Continuiamo i nostri sforzi per prenderci cura l’uno dell’altro e dell’ambiente” ha detto il vescovo Alminaza. “Unitevi a noi, persone di buona volontà, per prenderci cura - afferma - della nostra casa comune”.
Sempre in tema di ambiente e creato mons. Gilbert A. Garcera, arcivescovo di Lipa, ha invocato la conversione ecologica e la gestione del bene comune. “Dobbiamo approfondire la spiritualità ecologica della nostra Chiesa locale, responsabilizzare le comunità - aggiunge - perché intraprendano azioni concrete per la cura della creazione e per promuovere la comunione con la chiamata della Chiesa Universale all’ecologia integrale”. Infine mons. Reynaldo G. Evangelista, vescovo di Imus, ha concluso sottolineando che ogni cristiano deve sapere come proteggere la natura. “Ciascuno - avverte - è la speranza della nazione, la speranza di Madre Natura”.