08/10/2007, 00.00
MEDIO ORIENTE
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“Non c’è accordo su niente” tra i negoziatori israeliani e palestinesi

Oggi il primo incontro tra le delegazioni che dovrebbero elaborare una dichiarazione comune per la conferenza di pace sul Medio Oriente voluta da Bush. Intanto Hamas annuncia la sua partecipazione ad una contro-conferenza a Damasco, mentre il ministro degli Esteri turco riferisce dell’interesse siriano ad essere presente all’incontro negli Usa.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – “Non c’è accordo su niente” tra i negoziatori israeliani e palestinesi che oggi cominciano i loro incontri con l’obiettivo di elaborare una dichiarazione comune sul futuro della regione, in vista della conferenza di pace del mese prossimo negli Usa. Affermazioni sulla mancanza di visioni comuni vengono da entrambe le parti.
 
Apertamente contrario all’incontro negli Usa, dal canto suo il movimento di Hamas annuncia la sua partecipazione ad una contro-conferenza da tenere a Damasco, voluta dalla Jihad islamica. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha annunciate che a questo incontro prenderà parte Khaled Meshaal, leader politico del gruppo. La contro-conferenza, nelle parole di Zuhuri, vuole “riaffermare i nostri diritti, inclusi Gerusalemme e i rifugiati e respingere ogni tentativo di privarcene, specialmente attraverso una conferenza internazionale”.
 
Nulla, da parte degli islamici, è stato detto sulla eventuale presenza della Siria. L’annuncio del meeting potrebbe anzi essere un ulteriore strumento di pressione da parte di Damasco. Bashar Al Assad ha infatti detto che il suo Paese – che è stato invitato – sarà presente solo se avrà garanzie sulla totale restituzione delle alture del Golan, conquistate da Israele nella guerra del 1967. D’altro canto, il ministro turco degli Esteri, Ali Babacan, arrivato in Israele dopo una visita in Siria, ha riferito al presidente Peres di aver incoraggiato i governanti di Damasco a prendere parte alla conferenza negli Usa e di aver incontrato “esplicito interesse” da parte siriana a partecipare.
 
Israeliani e palestinesi, dal canto loro, sono apertamente distanti. Nel loro incontro del 3 ottobre, il primo ministro Ehud Olmert e il presidente Mahomoud Abbas hanno evitato di affrontare i punti chiave della discussione sul futuro Stato palestinese – confini, status di Gerusalemme, rientro dei profughi – rinviandoli anzi a dopo la conferenza stessa. “Prima che le discussioni comincino – ha detto il capo dei negoziatori palestinesi, Ahmed Qurie – possiamo dire che al momento non c’è accordo su alcun punto”. Il fatto è che i palestinesi mirano ad affermazioni concrete, gli israeliani ad affermazioni generiche, che facciano da base per la trattativa sullo Stato palestinese. La dichiarazione comune, hanno fatto sapere dall’ufficio di Olmert, “affronterà le questioni essenziali in modo generale”
 
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