03/09/2008, 00.00
NEPAL
Invia ad un amico

Nepal: fra tradizione e modernità, le donne indù celebrano il Teej

di Kalpit Parajuli
La festività indù, nella quale le donne chiedono di incontrare l’uomo dei sogni o avere una vita coniugale felice, è diventata anche occasione per rivendicare “maggiori diritti e libertà”. Messaggi di auguri arrivano dal premier Prachanda e dal Presidente Ram Baran Yadav.

Kathmandu (AsiaNews) – Una festa della donna dal sapore indù, durante la quale le sposate chiedono “una vita coniugale felice”, mentre le nubili pregano di incontrare “l’uomo dei sogni” e di “vivere per sempre felici insieme”. La ricorrenza è anche l’occasione per il gentil sesso di rivendicare “maggiori diritti e libertà”, protestare contro il governo o le ingiustizie sociali nel Paese, la corruzione e i soprusi.

È il festival di Teej, in programma dal primo al 4 settembre, e che vede tutte le donne del Nepal digiunare dall’alba al tramonto, intonare inni e canti – rigorosamente vestite di rosso e adornate con sfarzosi gioielli – davanti ai templi e alle immagini del dio Shiva, in un mix di tradizione e modernità, di sottomissione al proprio uomo e di rivendicazione di maggior potere per il “gentil sesso”.

Secondo il mito induista ripreso dalla tradizione nepalese, il festival di Teej rappresenta i sacrifici compiuti dalla dea Parbati per poter sposare il dio Shiva e avere una vita coniugale felice. Shiva finisce così per simboleggiare tutti gli uomini del Paese, mentre le donne seguendo l’esempio e la condotta di Parbati possono ottenere “lunga vita, buona salute e mariti educati, che le rispettino e sappiano renderle felici”.

Tutte le donne indù del Paese, in questi giorni di festa, si recano in pellegrinaggio davanti al tempio del dio Shiva e intonano canti per dimenticare le sofferenze causate dal digiuno; al calar del sole, una breve preghiera interrompe le mortificazioni e ci si concede a cibi e bevande. Non sono rari, tra l’altro, casi di malore e svenimento: secondo fonti della polizia dislocate nei pressi del tempio del dio Shiva a Pashupati, soccorritori sono dovuti intervenire più volte per svenimenti o malori. Oltre sessanta le donne ricoverate: per poter raggiungere l’altare del tempio e offrire le proprie preghiere, le donne devono affrontare lunghe code che spesso superano le quattro ore di attesa.

Tra le ragazze presenti alla festa vi era anche Sitasma Chanda (nella foto), miss Nepal 2007 e ancora nubile, che ad AsiaNews confessa di “tenere molto alla famiglia” e di pregare il dio di farle incontrare “l’uomo giusto con cui costruirla”. Komal Wali, altro volto celebre del Nepal, chiede un marito “pieno di inventiva e avventuroso”, mentre una donna di 65 anni prega perchè “il suo matrimonio continui a essere felice e prospero”. Fuori dal coro la voce di Shanta Pandey, 22 enne e appena sposata, la quale dice di “non credere alla festività” però vuole partecipare perché è comunque “parte integrante della cultura nepalese”.

In occasione della festa anche il Primo Ministro del Nepal Pushpa Kamal Dahal, meglio noto come Prachanda, ha invitato tutte le donne indù a promuovere “cooperazione e unità” nazionale. “Invito tutte le donne – scrive Prachanda – a usare il loro potere per riformare la società e costruire insieme un vero Nepal”. Solidarietà alle donne arriva anche dal Presidente Ram Baran Yadav, il quale dice di “lottare con loro contro ogni tipo di discriminazione sociale”.

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Nepal, il dramma silenzioso di oltre 1200 “desaparecidos”
01/09/2008
Nazionalisti nepalesi chiedono le dimissioni del neo vice-presidente
25/07/2008
In Nepal conclusa la seconda tornata per l’elezione del Presidente
21/07/2008
Prachanda: “Fedele alla nazione e a tutti i nepalesi”
19/08/2008
Attivista saudita: parità fra uomo e donna, primo passo per un vero sviluppo sociale
13/08/2009


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”